La Lega araba non vede «niente di così terrificante»

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Il capo-delegazione, il generale sudanese Mohammed Ahmed Mustafa al-Dabi, si è detto «ottimista» sull’esito della missione, il cui obiettivo è verificare sul campo l’attuazione del protocollo siglato al Cairo dal regime di Damasco per mettere fine alle violenze. Secondo al-Dabi, anche se «in alcune aree le condizioni non sono state buone», a una prima ricognizione non si è visto «nulla di terrificante». Altre fonti provenienti dalla delegazione hanno confermato l’esistenza di violazioni dei diritti umani a Homs – morti e fori di proiettili nelle case -, ma hanno specificato di non aver potuto accertare se le responsabilità  siano da attribuirsi al governo oppure a «terroristi». Secondo gli oppositori, le famiglie dei morti nella repressione nel quartiere di Baba Amr a Homs, si sono rifiutate di incontrare gli osservatori in presenza di un ufficiale, che li stava scortando, e la delegazione è ripartita. Il regime ha liberato altri 755 detenuti arrestati in questi dieci mesi per le proteste. La Francia ha criticato gli osservatori della Lega Araba, accusandoli di non essere stati in grado di fermare gli spargimenti di sangue a Homs, centro nevralgico delle proteste. Nei prossimi giorni, la missione si sposterà  anche nelle città  siriane di Hama e Idlib, non lontano dal confine con la Turchia, da cui transitano gli armati del cosiddetto Esercito di liberazione siriano e i disertori di quello regolare che raggiungono gli oppositori.


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