by Editore | 29 Dicembre 2011 8:24
Motivo della bocciatura: la norma non sarebbe compatibile con la materia in esame. Se la modifica fosse stata approvata dall’aula, il compenso dei «tecnici» sarebbe passato dagli attuali 14.200 euro a circa 4 mila euro. La norma era stata sostenuta in modo bipartisan da diversi capigruppo: Rudy Maira (Pid), Giulia Adamo (Udc), Innocenzo Leontini (Pdl) e Paolo Ruggirello, che giusto ieri ha lasciato il Mpa per passare al gruppo Misto. Maira promette comunque che tornerà alla carica: «Ripresenteremo la norma, magari all’interno
di un disegno di legge organico sui costi della politica. Abbiamo tagliato i costi dei deputati, non capisco perché non possiamo intervenire anche sugli assessori». È stata invece bocciata dall’Ars con voto segreto la cosiddetta norma «salva parenti». Il provvedimento puntava alla proroga di un anno nell’applicazione dei criteri di incompatibilità tra le cariche di assessore e di consigliere nello stesso Comune. L’aspetto più noto della norma è l’impossibilità che parenti entro il secondo grado possano far parte della stessa amministrazione.
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