La Chiesa e il governo Monti
Eppure di rilevanza notevole. I motivi di tale omissione: è un tema di difficile definizione, che si intreccia con altri. Quasi sempre gli scopi religiosi delle istituzioni si mescolano con quelli non religiosi (ospitalità , assistenza, turismo, ricreazione…) in una coesione che rende difficile il sistema delle tasse. Si deve aggiungere anche la difficoltà politica: quasi sempre i governi italiani vogliono mantenere i buoni rapporti con le autorità religiose cattoliche e perciò non vogliono creare difficoltà fra le due sponde del Tevere. Le istituzioni “sacre” ne godono e spesso se ne approfittano, come dicono, “a fin di bene”. L’ultimo caso venuto alla luce, il più clamoroso e molto ingente, è proprio quello del San Raffaele di Milano. I vescovi ufficialmente hanno aderito al governo e alla sua intenzione di operare per “salvare” l’Italia, «in giustizia ed equità ». Non sarà facile. Il presidente delle Acli, Andrea Olivero, ha evidenziato gli elementi positivi della manovra, aggiungendo, però, che ci vorrebbe più coraggio: «Non si dovrebbe rinunciare, ad esempio, ad una robusta patrimoniale». E Famiglia cristiana: «Adesso che abbiamo fatto ciò che era più urgente fare, quando cominceremo a fare ciò che è più giusto?». Sembra che, data la gravità della crisi, qualche cosa si muova nel campo cattolico più ufficiale. Il card. Bagnasco, presidente della Cei, ricorda che anche la politica è una forma di carità e invoca lo spirito di generosità e di sacrificio del nostro popolo, concedendo il pieno appoggio al governo Monti.
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Il mediatore e il miliardario
Nelle motivazioni della sentenza con la quale la Cassazione ha annullato la condanna a sette anni di reclusione inflitta al senatore Dell’Utri, per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, c’è una sorta di risarcimento danni – seppure parziale – per i giudici di appello di Palermo.