by Sergio Segio | 22 Dicembre 2011 7:49
ROMA — Luca di Montezemolo aspirante premier alle prossime elezioni, quelle del 2013, secondo la data naturale? Non ancora. Quasi.
In una sorta di «lettera di Natale» ai 40 mila associati della sua fondazione spiega: Italia Futura dedicherà il 2012 a preparare le elezioni, che stavolta saranno «un appuntamento storico: dovranno aprire una nuova stagione della nostra vita pubblica». In nessun caso — scrive Montezemolo — «gli italiani accetterebbero di veder tornare gli stessi protagonisti che hanno condotto il Paese a questa situazione». Dunque Italia Futura scende in campo, Montezemolo, ufficialmente, no. «Nella lettera — precisa il suo portavoce — non c’è alcun annuncio di un impegno politico diretto dell’avvocato Luca di Montezemolo». Nel frattempo, l’avvocato aveva già ricevuto l’incoraggiamento di Silvio Berlusconi: «Benvenuto, benissimo, auguri!».
«Ci vogliono le elezioni alle porte per proclamarsi candidato», dicono nell’entourage di Montezemolo. Il quale comunque non vuol dare l’idea di aver messo in atto un’operazione personalistica, bensì di costruire un lavoro di squadra. Mentre il leader osserva dalle quinte, con periodiche apparizioni, Italia Futura si struttura per la prossima trasformazione in partito, o meglio in un «movimento trasversale», che respinge i populismi di destra e di sinistra e si colloca in un’area centrale, moderata e riformista.
Queste ultime due parole sono le stesse che usano, per esempio, i leader del Terzo polo, Casini, Fini e Rutelli. Alcuni giorni fa il nome di Montezemolo «politico» è stato affiancato anche a quello dell’ex banchiere, oggi ministro, Corrado Passera. Ma a Italia Futura assicurano che per ora ci si muove «in grande autonomia». Sono già state aperte sedi in Liguria, nelle Marche, nel Lazio, in Toscana, in Puglia, in Campania. A febbraio arriverà il Veneto e il progetto è la «copertura» totale del Paese entro giugno. Anche attraverso la selezione regionale, prosegue la ricerca di donne e uomini da proporre per un seggio in Parlamento.
Nella lettera agli associati, Montezemolo prevede che «nel 2012 gli effetti della crisi si concentreranno sul Paese reale e le tensioni finanziarie metteranno a dura prova la tenuta dell’Europa». Quindi, «il governo ha di fronte un compito enorme: dobbiamo sostenerlo, perché chi vuole che tutto resti com’è ha già iniziato a frenarne l’azione». Montezemolo aveva auspicato a fine ottobre «un governo di salute pubblica». Il governo tecnico ora ha tolto un po’ di terreno alla sua iniziativa politica? In realtà — sostengono a Italia Futura — il governo tecnico offre la giusta prospettiva, il tempo per mettere a punto l’organizzazione.
Nella lettera, Montezemolo scrive che la manovra era necessaria, che sulle pensioni di anzianità è stato fatto un intervento strutturale, ma «in altri casi si è scelta una strada che ha tenuto conto soprattutto della velocità e della facilità di incassare». Montezemolo suggerisce al professor Monti: «Ora bisogna agire sulle leve della crescita: liberalizzando, dismettendo il patrimonio pubblico, tagliando i costi della politica, riformando welfare e mercato del lavoro, spostando il carico fiscale da lavoro e produzione ai grandi patrimoni e alle rendite, portando avanti una lotta senza quartiere agli evasori fiscali». Inoltre, occorre «liberare i settori in cui la presenza dello Stato crea sprechi, inefficienze e corruzione».
Realizzato questo (e non sarebbe poco), il governo tecnico avrà compiuto la sua missione e si aprirà «la nuova stagione». Resta da scrivere la data delle elezioni, quando «una nuova leva di idee e nuove classi dirigenti si contenderanno il consenso elettorale».
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