Irpef più alta di 2-3 punti Arriva l’imposta sul lusso

by Sergio Segio | 3 Dicembre 2011 7:05

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ROMA — Aliquote Irpef più care di due-tre punti per i redditi oltre 55 mila euro. Niente patrimoniale sui capitali finanziari, sostituita con altre imposte sui beni di lusso che dimostrano capacità  di spesa come i posti barca. Superamento delle «finestre mobili» e aumento di due anni del requisito dei 40 anni per le pensioni di anzianità . Una partita, quella sulle pensioni, che sarebbe stata valutata in 6 miliardi di euro. Ritorno dell’Ici sulla prima casa con imposta progressiva sul numero di appartamenti collegata al reddito. Nel capitolo sacrifici ci sarà  anche una stretta sulla sanità  di 2,5 miliardi nel 2012 e di altri 5 nel 2013, con probabile riedizione del ticket sui ricoveri che esiste già  in alcune Regioni. Sull’aumento dell’Iva ci sarebbero invece dei ripensamenti. Per quanto riguarda il fronte della crescita in arrivo un credito di imposta del 12% fino a un milione di euro per chi investe in ricerca, incentivi alla ricapitalizzazione delle imprese favorendo quelle più grandi, sgravi Irap per il costo del lavoro, bonus triennale del 55% per gli interventi di efficienza energetica. C’è anche un invito all’Authority per l’energia a rivedere gli incentivi per le rinnovabili, oggi troppo pesanti sulla bolletta. E poi, nel file liberalizzazioni, abolizione delle tariffe minime per i professionisti, orari dei negozi più elastici, più libertà  per il mercato dei parafarmaci e la rete dei carburanti.
È questo lo schema finale che nella giornata di oggi il presidente del Consiglio Mario Monti, coadiuvato dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli, dal superministro allo Sviluppo Corrado Passera, dal ministro del Lavoro Elsa Fornero e dal collega per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, metteranno a fuoco per chiudere la partita su una manovra che dovrebbe valere 25 miliardi di euro, metà  sul rigore, metà  sulla crescita. Domani mattina il pacchetto dei provvedimenti verrà  presentato alle parti sociali e non è escluso un anticipo a domani pomeriggio del Consiglio dei ministri, prima dell’esordio della manovra in Parlamento previsto per lunedì.
Irpef più salata
È la sorpresa più forte che, se verrà  confermata, dovrebbe però finire nella delega fiscale per il riordino delle agevolazioni. Riguarda l’aliquota del 41% e quella del 43% che passerebbero a 43 e 45%. L’origine di questa svolta, che dovrebbe però comportare la rinuncia a rincarare l’Iva per evitare un marcato effetto recessivo, risiede in una verifica legale sul famoso contributo triennale di solidarietà  introdotto in estate dall’ex ministro Giulio Tremonti soltanto sui redditi del pubblico impiego oltre i 90 mila euro lordi annui. Una norma che, se impugnata, sarebbe risultata sicuramente incostituzionale e quindi ecco la decisione di rispolverare la vecchia e comoda idea di colpire i soliti noti. Al volo la Cgia di Mestre ha fatto due conti e calcolato che la platea coinvolta sarebbe limitata a poco più di un milione e mezzo di persone (il 3,7% dei contribuenti). L’aggravio fiscale sarebbe di 100 euro annui per i redditi da 60 mila euro, fino a circa 2.000 euro per chi guadagna 150 mila euro.
Il pacchetto pensioni
Secondo le ultime stime dovrebbe valere complessivamente 6 miliardi di euro. In parte generati da un blocco dell’adeguamento dell’inflazione (ma soltanto per gli assegni oltre i 50-60 mila euro lordi l’anno) in parte dall’allungamento dell’età  di uscita, sia per gli uomini sia per le donne, e dall’introduzione del contributivo pro rata per tutti. C’è anche un modesto rincaro per i contributi a carico dei lavoratori autonomi che passerebbero dal 20 al 22%.
Tassa sulla casa
È un pilastro ormai certo della manovra di Monti. Si dovrebbe in sostanza anticipare l’introduzione dell’Imu prevista dal federalismo fiscale e modularla in modo progressivo a seconda del numero degli appartamenti posseduti, e dalla qualità  (pregio o meno). In pratica dovrebbe contenere anche la patrimoniale. È scontata l’esenzione dell’imposta sulla prima casa per i redditi bassi e un sistema di detrazioni per i nuclei familiari numerosi. Quasi sicura anche una rivalutazione automatica delle rendite catastali del 15%. La revisione delle rendite, ferme al 1996, verrà  avviata ma occorre qualche anno per metterla a regime.
Liberalizzazioni
Verrà  eliminato qualsiasi ostacolo all’apertura di nuovi esercizi commerciali e a ogni limite di orario e di giorni di apertura. Finora una possibilità  del genere è stata riservata alle zone turistiche, adesso verrà  estesa a tutti. Le Regioni dovranno adeguarsi entro 90 giorni. Per le farmacie si prospetta la possibilità  che anche i farmaci da ricetta medica possano essere venduti fuori dai canali tradizionali e che l’apertura di nuovi esercizi sia collegata ad un quorum ridotto da 5.000 a 4.000 abitanti.
Vantaggi alle imprese
Oltre al bonus del 12% per la ricerca e al rafforzamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (fino a un massimo di 2,5 milioni di euro a impresa) ieri è spuntata anche una detrazione del 19% per chi dichiara oltre 100 mila euro e investe in fondi di venture capital che non siano però holding, immobiliari e con soci parenti. L’investimento agevolato ha però un tetto fissato a un milione di euro a patto che sia mantenuto per almeno tre anni. Per stimolare la crescita dimensionale delle imprese allo studio ci sono quattro ipotesi da affiancare all’Ires. Quelle più gettonate riguardano una reintroduzione della Dit (Dual income tax) di nuova generazione per favorire la capitalizzazione delle imprese e il ricorso all’Ace (Allowance for corporate equity) che abbatte le imposte sulla remunerazione del capitale proprio. Finalmente trova pace l’odissea dell’Ice (Istituto per il commercio con l’estero) che finirà  al ministero dello Sviluppo.
Carceri ai privati
Per risolvere l’emergenza del sovraffollamento delle carceri si prevede il ricorso al capitale privato e a un ruolo delle fondazioni bancarie (con almeno il 20% del costo dell’investimento). La concessione non dovrà  essere superiore a 20 anni, però ci sarà  una tariffa di compenso comprensiva dei costi di gestione.
Benzina meno cara
Arriva più concorrenza nella vendita dei carburanti che dovrebbe produrre effetti positivi sui prezzi praticati agli automobilisti. Nella bozza della manovra si legge che «i gestori dei singoli punti vendita di carburanti al dettaglio dal primo gennaio possono liberamente rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore».
Roberto Bagnoli

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