Indici giù, spread in rialzo Moody’s gela le borse

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Una giornataccia per tutte le borse e in particolare per Piazzaffari con il Mib che ha chiuso con un ribasso del 3,79 %, la peggiore performance europea, spinto all’ingiù dai titoli bancari. Sull’andamento delle borse hanno pesato notizie non buone provenienti dall’economia reale, ma anche l’annuncio di Moody’s che ha bocciato come deludenti le conclusioni del vertice europeo di Bruxelles della settimana scorsa e annunciato la revisione dei rating dei Paesi europei nel primo trimestre dell’anno prossimo. Per l’agenzia il vertice è stato incapace di prendere «decisioni politiche decisive» per superare la crisi. «L’assenza di misure per stabilizzare i mercati nel breve termine significa che l’area euro rimane esposta a nuovi shock». In serata si è aggiunto il giudizio negativo di Fitch secondo la quale nonostante alcuni elementi positivi, il vertice europeo «ha fatto poco per alleggerire la pressione sul debito sovrano dell’Eurozona» e una «soluzione complessiva» della crisi non è in vista.
Partiamo dalle notizie non proprio positive provenienti dall’economia reale. La prima è stata diffusa dall’Ocse: a ottobre il superindice ha registrato l’ottavo calo mensile consecutivo attestandosi a 100,1 da quota 100,4 di settembre. Usa, Canada e Cina proseguono nel trend di discesa, evidenziando però un rallentamento frazionale rispetto al mese precedente. Ben diverso è l’andamento dell’area euro (-0,7% mese su mese e -5,1% anno su anno). AncheRegno unito, India e Brasile accusano una flessione più sostenuta. Nello specifico, per quanto riguarda l’Eurozona, la Germania registra un -1,1% su base mensile e un -6,6% su base annua a 98,28 punti, l’Italia un -0,6% mensile e un -7% annuo a 96,55 punti. In contrazione dello 0,7% mensile e del 4,9% annuo anche la Francia. Su base congiunturale e tendenziale la peggiore performance è quella indiana rispettivamente con un -0,9% e un -8,7% a 93,1 punti. A proposito di India, in ottobre la produzione industriale è scesa del 5,1% su base annua, la prima flessione dopo oltre due anni. A titolo di confronto, basti dire che a ottobre dello scorso anno, la produzione industriale era aumentato dell’11,3%.
Tornando all’Ocse, l’Istituto parigini ha anche fatto sapere che l’Italia è uno dei paesi industrializzati con la maggiore disuguaglianza dei redditi, anche perché il divario tra ricchi e poveri è andato ampliandosi negli ultimi decenni. Scrive l’Ocse: la disuguaglianza è «aumentata drasticamente nei primi anni Novanta e da allora è rimasta a un livello elevato, nonostante un leggero calo verso la fine del primo decennio degli anni Duemila». In generale a fronte di aumento medio dei redditi tra il 1985 e la fine degli anni duemila dello 0,8% (media Ocse 1,7%), il 10% più povero della popolazione ha segnato un incremento limitato allo 0,2% (Ocse 2,3%), contro l’incremento dell’1,1% del 10% più ricco (Ocse +1,9%). Nel 2008, il reddito medio del 10% più ricco degli italiani era di 49.300 euro, dieci volte superiore al reddito medio del 10% più povero (4.877 euro), con un aumento della disuguaglianza rispetto al rapporto di 8 a 1 di metà  degli anni 90. La proporzione di reddito detenuta dallo 0,1% della popolazione è aumentata dall’1,8% al 2,6% nel 2004. Allo stesso tempo, le aliquote marginali d’imposta sui redditi più alti si sono quasi dimezzate passando dal 72% nel 1981 al 43% nel 2010.
Ieri in Italia, dopo il «Btp day» di alcuni giorni fa, c’è stato il «Bot day», l’iniziativa promossa dall’Abi, insieme ad Aiaf, Assiom Forex e Assosim per agevolare i cittadini a investire in titoli di stato italiani, senza pagare la commissione dello 0,3%. La tensione sui titoli di Stato italiani si è leggermente allentata, almeno sul fronte della domanda: il Tesoro ha collocato tutti i sette miliardi di Bot a 12 mesi messi all’asta (rispetto a una domanda di 13,472 miliardi) con un rendimento in calo al 5,952% rispetto al tasso record del 6,087% registrato nell’ultima asta del mese scorso. Il rendimento, tuttavia, resta a livelli di guardia. L’11 ottobre la stessa asta Bot con 7 miliardi di titoli in offerta, aveva registrato una domanda per 13 miliardi, ma il tasso pagato si era fermato al 3,57%. E per questo continua a salire lo spread tra Btp e Bund 1: il differenziale di rendimento tra Italia e Germania sulla scadenza decennale è salito sui massimi di giornata toccando i 468 centesimi, in aumento di quasi 50 punti base rispetto a venerdì. In rialzo il rendimento sulla scadenza decennale, che oscilla intorno al 6,7%, mentre i titoli a due anni sono tornati sopra il 6%.


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