by Sergio Segio | 1 Dicembre 2011 7:24
E tutti i fedelissimi che hanno lavorato con lui nello staff dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa cercano di evitargli, almeno per ora, i contatti con i giornalisti perché il suo curriculum inizia a mostrare particolari imbarazzanti. Eppure, il neo sottosegretario alla Difesa Filippo Milone, uomo ombra di La Russa, con il quale condivide i natali a Paternò, nel Catanese, quando risponde al telefonino (una vecchissima utenza che non ha mai cambiato) è gentile e cerca di minimizzare il ciclone che lo ha investito: «Guardi, è una cosa personale, sono fatti privati. E poi devo ancora chiarire questa faccenda con il ministro… Meglio non parlare, ora».
I fatti cui si riferisce Milone — che alla cerimonia del giuramento a Palazzo Chigi era seduto accanto al viceministro all’Economia Vittorio Grilli con il quale non ha scambiato una sola parola — riguardano una vecchia condanna per concorso in abuso di ufficio a 1 anno e 7 mesi (cui seguì la riabilitazione). Ma ci sono anche le intercettazioni telefoniche assai recenti in cui due manager di Finmeccanica parlano della sua richiesta di un finanziamento per la festa del Pdl di Milano.
Milone è l’uomo delle società del gruppo Ligresti (in passato ne ha costituita una anche con il vecchio Giuseppe Pizza che si ritiene il proprietario dello scudo crociato della Dc) e dei consigli di amministrazione: e ieri, come promesso alla vigilia della nomina a sottosegretario in «quota La Russa», di cui è stato fino all’altro ieri il consulente ministeriale per la politica industriale, si è dimesso dalla carica di amministratore indipendente, nonché da membro del Comitato per la remunerazione del Cda di Ansaldo Sts. La società ringrazia Milone «per l’elevata professionalità dimostrata nell’espletamento dell’incarico», ma le dimissioni avranno effetto solo dal 13 dicembre. E ora questo effetto differito provocherà altri malumori al ministero della Difesa, anche perché Ansaldo è controllata da Finmeccanica che a sua volta è l’azienda fornitrice per eccellenza delle forze armate. Il sottosegretario Milone, affabile ma sfuggente, risponde che «ci sarà tempo e modo per chiarire» tutte queste vicende: «Devo ancora parlare con il ministro che è fuori sede…». Ieri l’ammiraglio Di Paola era impegnato a Bruxelles, ma al suo rientro si troverà ad affrontare la prima vera grana del suo mandato sulla quale, poi, dovrà per forza riferire al presidente Mario Monti.
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