Il regalo di Natale del governatore? Un nuovo aeroporto

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ROMA — Che cosa volete che siano un milione 350 mila euro nel bilancio immenso, della Regione Lazio? Briciole, certamente. Anche se forse è un po’ caruccio come regalo di Natale. Ma Renata Polverini l’aveva promesso, e ogni promessa è un obbligo. Con quei soldi la Regione Lazio, da lei governata, entrerà  nel capitale della società  pubblica costituita ben otto anni fa inseguendo un sogno: dare anche alla città  di Frosinone un bell’aeroporto. 
E’ una febbre che non risparmia nessuno. Non è colpa dei treni che mancano. Né delle montagne che separano la costa adriatica da quella tirrenica. La colpa è della politica. Gli aeroporti cono come i campanili. Ogni Paese vuole il suo. E siccome promettere è la mossa politicamente più redditizia (non costa nulla e produce consenso), ecco che fioccano le promesse. Dal Lazio alla Calabria.
Poco importa se l’Italia sia già  congestionata dagli aeroporti. Ne abbiamo 51. Uno ogni 5.908 chilometri quadrati: densità  più che doppia rispetto alla Francia, dove gli scali nazionali sono 43, uno ogni 12.651 chilometri quadrati. Se però consideriamo anche gli aeroporti minori, alcuni dei quali adibiti a usi militari, si arriva a 96. Ma di tutti quanti, quelli nei quali secondo l’Enac transitano almeno 10 mila passeggeri l’anno (il dato è del 2007) non sono che 40. Per capirci, 10 mila passeggeri l’anno significa 27 al giorno. 
E poco importa se la stessa Enac, nel giorni scorsi, abbia deciso di sospendere tutte le istruttorie sulle richieste di nuovi aeroporti, causa una dichiarazione del ministro dello Sviluppo Corrado Passera (a capo fino a qualche settimana fa di una banca importante azionista di Alitalia) circa la necessità  di rivedere l’intero sistema aeroportuale nazionale.
Comunque, si va avanti. Del resto, si poteva deludere il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abruzzese, ciociaro di Cassino ed esponente della maggioranza che sostiene Renata Polverini, che premeva da anni, considerando lo scalo di Frosinone «una grande opportunità  per il Lazio meridionale e la Ciociaria»? Senza contare che l’ingresso della Regione nella società  aeroportuale offrirà  certamente al nuovo azionista l’opportunità  di avere una poltrona in un consiglio di amministrazione di cui presidente, espresso dall’azionista di maggioranza (la Provincia di Frosinone con a capo il deputato del Pdl Antonio Iannarilli) è il trentenne Gabriele Picano, consigliere comunale di Cassino nonché organizzatore della corrente berlusconiana che fa capo all’ex ministro degli Esteri Franco Frattini. 
Ci sarebbe il problemino di Viterbo, è vero, il cui sindaco Giulio Marini, senatore di controdestra, ha curiosamente lo stesso cognome del suo collega, di centrosinistra, di Frosinone: Michele Marini. Ma il problema non è l’omonimia. Bensì il non trascurabile dettaglio che Viterbo ha già  battuto tanto Latina quanto la città  di Marini Michele nella battaglia per diventare sede del terzo aeroporto del Lazio. Il verdetto dell’Enav in proposito era stato molto chiaro: troppo congestionata l’area di Latina, troppo affossata e nebbiosa la valle del capoluogo ciociaro. E anche se la Regione non si era voluta arrendere (all’epoca c’era il governatore di centrosinistra Piero Marrazzo), dando il suo via libera a Frosinone come quarto aeroporto, con l’aria che tira adesso la faccenda si fa inevitabilmente assai più complicata. Anche perché è chiaro che serviranno dei soldi pubblici. Per ora, come dicevamo, un milione 350 mila euro.
Ben altre cifre invece, è il regalo di Natale che ha in mente per Cosenza il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di Reggio. «Per uscire dall’isolamento dobbiamo puntare sugli aeroporti», ha dichiarato risoluto il 22 dicembre alla locale Camera di Commercio. E poi ha calato l’asso: «Siamo pronti a destinare 30 milioni di euro per la realizzazione dell’opera». Si tratta dell’aeroporto di Sibari, un progetto che mette d’accordo destra e sinistra. Come sempre succede quando c’è in ballo un aeroporto. Il relativo ordine del giorno, che impegna la Regione ad attivarsi finanziariamente per costruire lo scalo è stato approvato dal consiglio regionale all’unanimità . Fra sviolinate reciproche. L’avevano proposto i consiglieri del centrodestra della Provincia di Cosenza, ed è stato immediatamente fatto proprio anche dal Pd. Tutti felici e contenti: adesso si farà  anche qui una società  con la Provincia, la Camera di commercio, il Comune, magari qualche privato rigorosamente in minoranza. Naturalmente servirà  un consiglio di amministrazione e bisognerà  suddividere le solite poltrone. Non è forse quella che si chiama «opposizione responsabile»?


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