Il nuovo volto dell’Enav «Taglio dei costi, servizi e più produttività »

by Editore | 27 Dicembre 2011 8:43

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ROMA — La sfida è di quelle difficili: affrontare la crisi che sta colpendo il trasporto aereo recuperando altrove i minori introiti che verranno dalle compagnie, e ridurre i costi. Ma soprattutto restituire all’Enav (ente assistenza al volo), colpita dalle inchieste giudiziarie, un’immagine di efficienza e trasparenza. Massimo Garbini, 54 anni, nuovo amministratore unico dell’Enav, tra le prime nomine del governo Monti, confida nell’esperienza accumulata in venti anni passati all’ente, da ultimo come direttore generale. 
Come sta l’Enav?
«Il momento è difficile: noi ci reggiamo in parte con i contributi dello Stato, che in questo momento deve risparmiare. Dall’altra, con gli introiti derivanti dai movimenti degli aerei, in fortissima contrazione».
Di che entità ?
«Rispetto a una previsione annuale di un aumento del 5%, a novembre siamo a un -7% rispetto all’anno precedente. I ricavi si ridurranno del 2%, rispetto a una previsione di crescita del 5%».
Aumenteranno le tariffe di sorvolo?
«Non è così automatico. La normativa europea è cambiata: il livello delle tariffe sarà  determinato in base ai regolamenti comunitari e nel rispetto dei target economici stabiliti dalla commissione. Non abbiamo mano libera».
Poi ci sono le tariffe di decollo e atterraggio?
«Qui l’ultima legge di stabilità  ha cancellato la normativa “salva Alitalia” del 2006, che faceva carico allo Stato di pagare, agevolando le compagnie. Adesso la normativa europea stabilisce un meccanismo comune di tariffazione».
Insomma, se non potete far leva sui ricavi dovrete ridurre i costi?
«È quanto ci ha chiesto la commissione: -3% all’anno per i prossimi sei anni. Non è poco: forniamo servizi paragonabili solo a 3-4 provider in Europa. Dobbiamo stare attenti al costo del lavoro, pari al 3% nel 2010: nel prossimo rinnovo serve più produttività . Dopodiché contiamo di incassare anche vendendo i nostri servizi di consulenza».
In compenso ricevete i contributi dello Stato per gli investimenti.
«Senza la ratifica dei contratti di programma, quei contributi restano bloccati e siamo costretti a fare debiti. Abbiamo un’esposizione importante: il 30% sul budget». 
Quando arriveranno questi soldi dei contratti di programma?
«Il percorso di ratifica è alla sua ultima fase e porterà  all’Enav 460 milioni circa per i contratti di programma 2006-2007 e 2007-2012». 
Manterrete l’attuale livello di investimenti?
«Li ridurremo. Lo aveva già  fatto il precedente consiglio, penso che anch’io rivisiterò il piano».
Passiamo all’inchiesta di corruzione che ha travolto l’ente. Lei è stato fino all’altro giorno direttore generale, possibile che non si sia accorto di nulla?
«Non avevo responsabilità  dei processi di procurement». 
Anche la Corte dei conti ha rilevato che Enav è sempre in attesa di ricevere prestazioni che si premura di pagare, non è strano?
«I piani d’investimento dei service provider prevedono spesso contratti pluriennali per lavori che si attuano nel tempo. Molti hanno una complessità  importante. Sono convinto che tutto sia stato fatto nei modi giusti». 
Ma c’è un ricorso esagerato alla procedura negoziale.
«Ci sono ambiti in cui la proprietà  intellettuale ci obbliga ad andare dai proprietari dei software. Detto questo, interverremo, e siamo già  intervenuti, perché i processi di procurement siano adeguati alle norme Ue. La trasparenza sarà  un must». 
E le favolose assunzioni dei «figli di»?
«Non avevo responsabilità  nemmeno di quel tipo di processo. Ma guardo avanti: non rimpolperemo gli organici se non per la parte core. Abbiamo sempre bisogno di 50 controllori all’anno». 
Lei è stato amministratore di TechnoSky, la società  che è finita nel mirino dell’inchiesta Enav-Finmeccanica. Anche qui non ha notato nulla di strano?
«Altroché: sono stato mandato lì a valle di un audit per cose che non andavano. Ho studiato due mesi e in otto mesi ho sistemato un’azienda che ora è un gioiello. Le irregolarità  le ho trovate io e le ho riferite alla magistratura. Ho mandato via della gente e ho avviato azioni di responsabilità ».

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