Il centrodestra contro «La scoperta dell’alba»

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ROMA – Il centrodestra si preoccupa del cinema solo se si tratta di gestione dei poteri o di uso strumentale delle cose – vedi le polemiche di questi giorni sulle modalità  con cui la governatrice del Lazio, Polverini, e il sindaco di Roma, Alemanno, hanno imposto la candidatura di Mà¼ller alla direzione del festival di Roma.
Per tutto il resto, invece, non si può certo dire artefice di una politica reale in sostegno al cinema.
Ieri forniva un ottimo esempio in questo senso la pagina del quotidiano Libero, in cui si attaccava – non senza una certa pesantezza – il finaziamento concesso dal ministero dei beni cultuirali a La scoperta dell’alba: 550mila euro come film di interesse culturale. Prodotto da Fandango e da Raicineam, è diretto da Susanna Nicchiarelli, giovane regista romana, che si è fatta conoscere col suo esordio nel lungometraggio, Cosmonauta, col quale ha avuto molto successo e ha partecipato a numerosi festival inetrnazionali. Quali sono allora le ragioni dell’attacco? La scoperta dell’alba è tratta dal romanzo omonimo di Walter Veltroni, e questo sarebbe uno scandalo intollerabile.
Detta così sembra un’assurdità , invece no. Nel pomeriggio di ieri la questione viene rilanciata da un gruppo di senatori e deputati del Pdl che chiedono pubblicamente allo stesso Veltroni (come se fosse lui a produrre o a girare il film) di rinunciare al finanziamento, minacciando iniziative pubbliche e parlamentari. Pronto aderisce Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, a quella che definisce una «campagna moralizzatrice».
Ci sarebbe da non crederci, se non che qualcuno, non uno qualsiasi ma dei politici, possa soltanto pensare di chiedere la revoca di un finanziamento a un film perché l’autore del romanzo a cui si ispira è un avversario politico, denota un atteggiamento a dir poco preoccupante. 
La scoperta dell’alba, il romanzo, racconta di un quarantenne, sposato con figli e una vita abbastanza tranquilla, che però non ha mai superato la perdita del padre, scomparso all’improvviso nel nulla quando lui era ancora un bambino. E la sua ricerca, nella vecchia casa di campagna, lo porterà  a scoprire una diversa verità  grazie a un vecchio telefono nero …
Susanna Nicchiarelli ha cambiato molto la storia, nel suo film le protagoniste sono due sorelle, assai diverse tra loro, una soltanto è ossessionata dal vuoto paterno e vuole conoscere cosa è davvero accaduto… In mezzo c’è la storia dell’Italia degli anni Settanta, come sempre viene rapprsentata, e cioè nel fantasma della lotta armata e delle Brigate rosse.
Nel cast ci sono, tra gli altri, Margherita Buy, Gabriele Spinelli, Lina Sastri, e la stessa Nicchiarelli nel ruolo di una delle due sorelle. 
«La scelta di due sorelle – aveva detto la regista qualche tempo fa durante la lavorazione – è più cinematografica, per la stessa ragione abbiamo aggiunto personaggi e situazioni … Del libro è rimasta la telefonata, l’elemento fantastico, l’intreccio tra il presente e il passato …».


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