I repubblicani tentati dalla carta latina: un portoricano come vice?
NEW YORK. Nel 2008 il voto ispanico fu un fattore determinante per l’elezione del presidente americano Barack Obama, incentivato dalla promessa di una riforma dell’immigrazione mai mantenuta. E’ per questo motivo che oggi il supporto latino sta scivolando via dalle mani democratiche, almeno stando a quanto rivelano i sondaggi. Nonostante i candidati alle primarie repubblicane stiano proponendo di risolvere il problema dell’immigrazione illegale costruendo sempre più muri e recinzioni elettrificate lungo la frontiera messicana, l’elettorato ispanico pare si stia lentamente spostando verso il Grand Old Party, favorendone la transizione da partito wasp a formazione multi-etnica.
E’ proprio per attrarre l’elettorato latino che nel corso dell’ultimo anno si sono rincorse le voci su un candidato alla vice-presidenza di origine ispanica. Inizialmente il principale indiziato era Marco Rubio, rampante senatore della Florida e figlio di cittadini cubani, che però ha sempre smentito. Ora, a undici mesi dalle elezioni, emerge la figura di Luis Fortuà±o, 51 anni, dal 2008 governatore di Porto Rico. A suggerire la sua candidatura è il Wall Street Journal, che spiega come Fortuà±o sia parte di quella generazione di repubblicani che si oppone al big government e aggiunge che potrebbe essere la pedina giusta per conquistare la comunità ispanica. Nonostante abbia fatto frequenti viaggi negli Stati uniti per promuovere il messaggio repubblicano in stati-chiave come Florida, Pennsylvania e North Carolina, Fortuà±o si dichiara ufficialmente non interessato a una eventuale vice-presidenza. «L’ho chiarito in innumerevoli occasioni che non sono interessato ad altre posizioni se non quella di governatore, così potrò finire di rimettere a posto Porto Rico», ha spiegato in un comunicato stampa. Il governatore di Porto Rico, i cui abitanti dal 1917 sono cittadini Usa, non è l’unico astro nascente di questo partito repubblicano multi-etnico: oltre a Rubio in primo piano ci sono il governatore del Nevada, Brian Sandoval, e quello del New Mexico, Susana Martinez. L’immigrazione resta dunque un tema centrale del dibattito elettorale, un fattore capace di spostare l’elettorato negli stati in bilico. Il prossimo novembre Obama potrebbe oltretutto ritrovarsi ad affrontare Newt Gingrich, che negli anni ha costruito una solida relazione con l’elettorato ispanico e che potrebbe sottrarre consensi fondamentali al presidente. Gingrich ha già cominciato a conquistare l’elettorato negli stati dell’ovest, dove la comunità ispanica sta crescendo rapidamente. Per i sondaggi due terzi degli ispanici sono ancora con Obama ma, secondo gli strateghi repubblicani, al Gop basterebbe ottenere l’appoggio del 40% per mettere in seria difficoltà il presidente in stati come Colorado, Arizona e Neveda. Il 2012 sarà un anno di fuoco per l’elettorato ispanico. LUIS FORTUà‘O Ha 51 anni, è governatore di Porto Rico dal 2008. Lui ufficialmente si dichiara «non interessato» a correre per la vice-presidenza in un ticket repubblicano ma…
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