Guarguaglini lascia Finmeccanica, Orsi presidente
MILANO – Per Finmeccanica nessun presidente di garanzia, tanto meno a tempo. L’era di Piefrancesco Guarguaglini, dopo dieci anni di dominio incontrastato alla guida della società , si chiude con un colpo a sorpresa.
Il posto lasciato vacante dal presidente, coinvolto nell’inchiesta per tangenti e favori – che dopo aver resistito mesi ha accettato di fare un passo indietro su pressione del governo – viene coperto grazie a una soluzione interna. Al suo posto, il consiglio di amministrazione, proprio su indicazione del Tesoro (azionista di maggioranza della società con il 30 per cento delle quote), viene preso dall’amministratore delegato Giuseppe Orsi, che ne assume anche le deleghe (comunicazione e sviluppo internazionale).
Una decisione che è stata letta come un rafforzamento dell’intero cda e dello stesso Orsi: arrivato nell’aprile scorso da AgustaWestland, dove ha compiuto tutta la sua carriera, il manager lombardo ha avviato una ristrutturazione del gruppo che lo messo in totale contrasto con Guarguaglini. E che ha portato a una pesante svalutazione di alcune voci di bilancio, che costringeranno la società a chiudere il 2011 in rosso: nei primi nove mesi dell’anno le perdite sono già arrivate a superare i 300 milioni di euro. Una scelta non condivisa di Guarguaglini che, per protesta, non aveva partecipato al consiglio di amministrazione che ha approvato l’ultima trimestrale.
Il cda di ieri è anche durato poco, segno che il manager di Castagneto Carducci arrivato alla guida di uno dei maggiori gruppi industriali italiani (19 miliardi di fatturato, 40mila dipendenti solo in Italia) dopo una carriera nelle controllate (da Oto Melara a Fincantieri) non si è difeso coi denti. Ha ascoltato la richiesta del rappresentante del Tesoro e ha accettato di farsi da parte, evitando così di subire il ritiro delle deleghe da parte del cda, arma di riserva nelle mani di Orsi. Guarguaglini ha così potuto ritirarsi con un conto in banca più ricco di 5 milioni e mezzo, tra buonuscita e clausola di non concorrenza.
Ma non è tutto. Al posto di Guarguaglini a far parte del cda è stato chiamato Alessandro Pansa, dal 2002 responsabile dell’area finanziaria del gruppo Finmeccanica. Anche in questo caso, si tratta di una scelta che ha privilegiato le risorse interne alla società , una linea che ha scontentato qualche forza politica.
È il caso del Fli, per il quale si è espresso Italo Bocchino, uno degli uomini più vicini a Gianfranco Fini: «Se ci sono stati problemi di trasparenza e di cedimento clientelare verso la politica – si domanda – non si comprende perché secondo l’azionista il presidente sapeva e l’amministratore delegato no, perché al primo viene chiesto un giusto passo indietro e al secondo no?». Ancora più pesante l’intervento del leader dell’Idv Antonio Di Pietro che accusa Orsi di essere stato «nominato in quota Lega dal governo Berlusconi» e chiede «l’azzeramento del cda».
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