Giù lo spread, Btp sotto il 6%
ROMA — Mario Monti ha tirato da sé le somme: «Lo spread sta denotando grande attenzione positiva per quanto abbiamo deliberato. Il suo andamento ci conforta sulla nostra risoluta azione», ha detto il premier in Parlamento illustrando la manovra varata domenica sera. Ed in effetti sui mercati i titoli di Stato italiani ieri, dopo settimane di rincorsa dei rendimenti, hanno rialzato la testa: sono aumentati i prezzi, sono diminuiti i rendimenti ed è calato appunto lo spread, cioè il differenziale con quelli dei Bund tedeschi di uguale durata, che è sceso per i Btp decennali di ben 79 centesimi chiudendo a 375 punti base, tornando sotto quota 400. In sensibile contrazione i rendimenti che, dopo aver toccato due settimane fa anche l’8% e aver viaggiato per giorni sopra il 7%, sono scesi sotto il 6% al 5,95%. In flessione anche rendimenti e spread dei titoli a più breve durata, di 2 e 5 anni, riportando la curva delle scadenze entro la rotta consueta.
Il buon andamento dei mercati monetari ha dato ulteriore carburante a Piazza Affari già in rialzo sull’onda della reazione positiva alle misure adottate dal governo domenica sera, proprio nell’ottica di rispondere ai mercati prima della riapertura della settimana. Milano ha chiuso in guadagno del 2,91%, trainata dai titoli delle banche che hanno ottenuto dalla manovra di Monti la garanzia dello Stato al loro debito, facilitando così l’accesso ai finanziamenti e alla liquidità . E che attendono per fine settimana le nuove cifre, si dice più contenute delle precedenti, sui fabbisogni di capitale dall’Eba, l’autorità di vigilanza europea. La Borsa di Milano è stata la migliore tra le piazze europee che comunque hanno chiuso tutte in rialzo: Francoforte ha guadagnato lo 0,42%, Parigi l’1,15%, Londra lo 0,28% e Madrid l’1,72%. Anche Wall Street ha girato in positivo e l’euro è tornato a rafforzarsi sul biglietto verde chiudendo a 1,3442 dollari.
Su Borse e mercati, che hanno risposto bene all’annuncio delle misure del governo Monti, si è fatto sentire anche ieri, come venerdì, il clima di maggiore fiducia sull’esito degli importanti appuntamenti europei in agenda nella settimana. Il vertice dei capi di Stato e di governo in programma per il 9 a Bruxelles, innanzitutto, anticipato dall’accordo accennato venerdì e riaffermato ieri a Parigi dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera Angela Merkel sulla riforma dei trattati per mettere in sicurezza la costruzione europea minacciata dalla crisi dei debiti sovrani. Ma anche la riunione del Consiglio dei governatori della Bce — di cui ieri i due leader hanno riaffermato l’indipendenza — da cui si attendono nuove misure a favore della liquidità delle banche e forse, secondo alcuni, un nuovo ribasso dei tassi. Eurotower ieri ha reso noto che la scorsa settimana ha limitato gli acquisti di titoli dei paesi in difficoltà rispetto alla settimana precedente.
Anche le notizie provenienti dal Fondo monetario internazionale potrebbero aiutare a rasserenare il clima sull’Europa: l’organizzazione di Washington ha infatti dato ieri via libera alla tranche di 2,2 miliardi di euro alla Grecia nel quadro dell’accordo sul salvataggio raggiunto con l’Ue. I prestiti finora erogati dal Fmi al governo ellenico salgono quindi a 20,3 miliardi di euro. Il prossimo 16 dicembre una missione del Fondo si recherà ad Atene per fare il punto della situazione greca sul fronte delle riforme e del risanamento dei conti col nuovo governo guidato dall’ex numero due della Bce, Lucas Papademos.
Di contro ad offuscare l’orizzonte degli investitori è l’iniziativa di Standard & Poor’s che si prepara a mettere sotto osservazione con implicazioni negative il rating tripla A di Germania, Francia, Paesi Bassi, Austria, Finlandia e Lussemburgo. Dagli Usa infine il presidente Barak Obama ha affermato che la ripresa negli Stati Uniti «è ancora fragile e la situazione in Europa aggiunge incertezza».
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