by Sergio Segio | 11 Dicembre 2011 17:50
Quale agenzia leader cui fu affidata la ricorrenza venne individuata la Fao, una scelta che a prima vista potrebbe stupire, ma che in realtà indica la prospettiva che sta alla base della giornata, che non si limita ad essere momento di riflessione sul tema della montagna e che lega in questo modo tutela dell’ambiente, salvaguardia delle popolazioni montane e riconoscimento dei diritti fondamentali della persona.
La scelta di riportare l’attenzione ogni anno sull’ambiente e sui problemi della montagna non fu casuale. Nel 1998 l’assemblea ONU aveva stabilito che il 2002 sarebbe stato l’anno internazionale delle montagne (risoluz 53/24 del 10/11/1998), una decisione riconfermata poi due anni dopo (risoluz 55/189 del 20/11/00) e nel capitolo 13 dell’Agenda 21, dove si poneva l’accento sullo sviluppo sostenibile nelle zone montane. Tale ricorrenza rispondeva così anche alla richiesta di molte organizzazioni non governative, istituzioni accademiche e associazioni che, allora come oggi, ponevano al centro del proprio impegno la difesa dell’ambiente montano e delle popolazioni che lo abitano.
Il clima in cui vide la luce il provvedimento non era indifferente: fra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio le Nazioni Unite misero in campo uno sforzo di enorme rilievo per l’elaborazione della campagna mondiale sugli obiettivi del millennio[1], con la quale si stabilivano i traguardi che l’assemblea ONU riteneva fondamentale raggiungere entro il 2015. Un impegno straordinario, al cui centro si può cogliere l’attenzione prioritaria ad abbattere quelle differenze di opportunità che ancora oggi continuano a discriminare la maggioranza dell’umanità . L’attenzione allo sviluppo della persona umana e al riconoscimento dei suoi diritti fondamentali, accanto alla consapevolezza della necessità di sradicare le cause economiche, politiche e sociali che stanno alla base della povertà strutturale in cui vive gran parte dell’umanità fecero così da sfondo al dibattito sulla tutela dell’ambiente e dei popoli montani, cui venne riconosciuto, con l’istituzione di questa giornata, uno status particolare e un diritto speciale ad essere protetti, proprio in ragione della maggiore fragilità e dell’importanza cruciale dell’ambiente difficile in cui vivono.
Nel corso degli anni, la Giornata internazionale della montagna è stata dedicata a temi diversi, tutti legati dalla stessa preoccupazione: tutelare le popolazioni delle “terre alte” e creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile e un miglioramento delle condizioni di vita di alcune delle aree più a rischio del pianeta. Il 2004 ha posto al centro il tema della pace intesa come chiave dello sviluppo sostenibile della montagna[2]; il 2005 la necessità di declinare il turismo in montagna tenendo conto dei poveri[3]; il 2006 la difesa della biodiversità della montagna[4] come garanzia per migliori condizioni di vita; nel 2007 si è messo l’accento sulle conseguenze dei cambiamenti climatici[5] nelle aree montane; il 2008 ha posto l’attenzione sulla sicurezza alimentare in montagna[6]; il 2009 sulla riduzione del rischio[7]; il 2010 sul tema delle minoranze montane e delle popolazioni indigene[8]; e infine il 2011 su montagne e foreste[9]. “Boschi di montagna sani, si legge nella presentazione della Fao del tema di quest’anno, sono cruciali per la salute ecologica del mondo. Essi proteggono i bacini idrografici che procurano acqua dolce a più della metà della popolazione del mondo. Oltre a ciò, sono queste foreste a fornire una quantità incalcolabile di vita silvestre, procurano alimentazione e foraggio alle popolazioni montane e sono fonte importante di legname e di prodotti forestali non legnosi.
Tuttavia in molte parti del mondo le foreste montane sono sottoposte a un livello di minaccia senza precedenti e la deforestazione delle foreste montane tropicali continua a un ritmo sconcertante. Proteggere queste foreste montane tropicali e assicurarci che siano gestite con cura ed attenzione è un passo importante nella direzione dello sviluppo sostenibile delle montagne”. Vincolando la Giornata internazionale della montagna di quest’anno all’anno internazionale delle foreste[10] 2011 la Fao non intende così solo beneficiare dell’attenzione internazionale esistente sul tema, ma anche ottenere risultati concreti nella difesa dell’ecosistema e delle popolazioni, richiamando alla responsabilità che tutte le agenzie delle Nazioni Unite possono esercitare, nel proprio specifico settore, per la difesa della montagna. Oltre a ciò la Fao mette anche in luce la necessità di considerare il ruolo che giocano le foreste nella green economy e nelle misure di adattamento ai cambiamenti climatici.
I risultati ottenuti dal 2002 a oggi non sono pochi, soprattutto in termini di consapevolezza dell’importanza della montagna per l’equilibrio globale del pianeta, se solo si tiene conto che quasi la metà dei Paesi del mondo hanno costituito, pur in forme diverse, comitati nazionali per la difesa della montagna e hanno stabilito accordi e alleanze[11] in questa direzione..
Tale interesse crescente per la montagna è particolarmente importante anche perché sul piano quantitativo “le montagne coprono circa un quarto della superficie terrestre e ospitano il 12 per cento della popolazione umana, svolgendo un ruolo cruciale nello sviluppo del pianeta e contribuendo in modo significativo al benessere delle società umane[12]”. Su questo piano è chiaro che mettere a rischio la montagna significa, nei fatti, compromettere quindi prima di tutto l’accesso all’acqua dolce per oltre tre miliardi di persone, ma anche creare, nel medio termine, le condizioni per una incontrollata erosione del terreno, con tutto quello che tale erosione comporterebbe a livello globale anche per le popolazioni dei bacini a valle.
Da questo punto di vista l’istituzione della Giornata internazionale della montagna non punta solo a rinforzare un approccio etico alla montagna – visibile peraltro nello sviluppo parallelo dei codici etici dell’alpinismo come la Dichiarazione dell’etica in montagna della UIAA del 2009 o la precedente Dichiarazione del Tirolo[13] del 2002 – ma anche a valorizzare le implicazioni politiche e di governance e gli aspetti economici che l’approccio alla montagna porta con sé. L’intreccio di queste due dimensioni, etica e politico-economica, si sostanzia nel riconoscimento della necessità di rispettare non solo le peculiarità ambientali, ma anche quelle antropologiche delle minoranze che vi abitano, le quali non sono per questo titolari di minori diritti rispetto agli abitanti di altre aree del pianeta. E in queste peculiarità troviamo non solo gli aspetti culturali di cui sono portatrici, ma anche il patrimonio in termini di conoscenze della natura e il mantenimento della biodiversità che oggi è una delle più importanti garanzie per il futuro dell’umanità .
Sono queste ragioni che hanno spinto la Fao a definire le foreste, con un’eloquente immagine, “radici del nostro futuro[14]”. C’è molto di più, dunque, di una semplice celebrazione in questa giornata delle Nazioni unite: c’è un intreccio che vede le “terre alte” svolgere un ruolo di sempre maggiore rilievo nell’equilibrio ambientale mondiale, nelle decisioni politico economiche, nella riflessione sui diritti umani fondamentali. Per questo, oggi, potremmo tutti prenderci qualche ora e camminare in silenzio in collina o in montagna. Per sentire l’intreccio fra il suono del nostro cuore e dei nostri passi, le voci di coloro che vi abitano, i rumori di una natura incontenibile, il valore negli equilibri mondiali di ogni piccolo tratto di sentiero, di sorgente, di campo, di animale. E soprattutto per contemplare. Perché anche la contemplazione, se mantiene gli occhi aperti sul mondo, è una virtù politica.
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