by Sergio Segio | 1 Dicembre 2011 11:44
Il nuovo rapporto “Faster. Smarter. Better” (in .pdf[1]) del Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids[2] (Unaids), pubblicato lo scorso 21 novembre, mostra, infatti, che il 2011 è stato un anno decisivo per la lotta all’Aids, con progressi senza precedenti nella scienza e nei risultati. “Le nuove infezioni da Hiv si sono ridotte del 21% dal 1997, e le morti da malattie correlate all’Aids sono diminuite del 21% dal 2005” – ha detto Michel Sidibé[3], direttore esecutivo di Unaids. Inoltre “Le persone che vivono con l’Hiv vivono più a lungo e chi ha contratto l’Aids può ora contare sugli efficaci effetti della terapia antiretrovirale[4] salvavita”.
Ad oggi, tuttavia, nonostante gli impegni profusi in tal senso e i progressi medici compiuti, il quadro è ancora critico tanto che sempre secondo il rapporto Unaids 2011 nel mondo “34 milioni di persone hanno l’Aids”. Così mente più di 30 milioni di persone sono già morte a causa dell’Aids e più di 16 milioni di bambini sono orfani a causa del virus, “ogni giorno si registrano 7.000 nuovi casi di infezione che vedono il loro epicentro nell’Africa Sub-sahariana, mentre il numero di nuove infezioni da Hiv cresce anche in Europa orientale, Asia centrale, Oceania, Medio-Oriente e Nord Africa”.
Secondo le linee guida della lotta al virus presentate da Ban Ki-moon[5] lo scorso 10 giugno a New York, durante la Riunione di Alto Livello delle Nazione Unite[6], gli investimenti nella lotta contro l’Aids stanno producendo dei risultati, ma l’attuale stabilizzazione dell’epidemia non può essere registrata come un dato consolidato: “per ogni persona che inizia la cura antiretrovirale, ve ne sono due che contraggono il virus dell’Hiv. Abbassare la guardia ora, pertanto, sarebbe un grave errore”. Per questo lo scopo di questa importante giornata di confronto e informazione è quest’anno “Getting to zero[7]” (in .pdf[8]) il programma strategico 2011-2015 delle Nazioni Unite per azzerare i numeri spaventosi di questa patologia, prima di tutto con la prevenzione, diminuendo i casi di trasmissione sessuale del virus Hiv, la modalità di contagio più diffusa nel mondo e in Italia.
“La questione è semplice – ha affermato Alessandra Cerioli presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids[9] (Lila) – la quasi totalità (80%) delle almeno quattro mila nuove infezioni da Hiv che si contraggono ogni anno in Italia è dovuta alla trasmissione per via sessuale […] dato che ha fatto registrare, nei Paesi occidentali, Italia compresa, una recrudescenza inaspettata e mai osservata dalla fine degli anni ’70”. Per questo è partita oggi la nuova campagna di comunicazione e prevenzione, “Aids. Proteggiti semplicemente” (in .pdf[10]), una campagna nata dall’incontro tra la Lila e un gruppo di giovani creativi che hanno colto nel segno: rendere semplice e naturale ciò che è vissuto ancora con difficoltà , ovvero l’uso del preservativo, maschile e femminile. “I ragazzi sono anche gli adulti di domani – ha continuato la Cerioli – sono il futuro di questo Paese, e tutti vorremmo un futuro senza Hiv. Oggi sappiamo che è possibile, nel giro di pochi anni solo facendo nostro quel Getting to zero proposto dalle Nazioni Unite, per arrivare a zero nuove infezioni, zero discriminazioni e zero morti Aids correlate entro il 2015”. Uno slogan che riguarda tutti e richiede a ogni nazione un impegno convincente dentro e fuori i propri confini: azioni molteplici di prevenzione, promozione del test Hiv, sostegno alla ricerca e difesa dei diritti civili, che comprendono il diritto alla salute per tutti e alla non discriminazione per le persone sieropositive.
Tutto bene quindi nella lotta al virus? Non proprio. 192 Paesi durante la Riunione di Alto Livello delle Nazione Unite[6] dello scorso giugno hanno riaffermato il loro impegno a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio[11], (in particolare il sesto Garantire l’accesso alla salute[12]) e la necessità di colmare in quattro anni il deficit finanziario per la lotta contro il virus, che secondo le stime dell’Unaids[13] è pari a 6 miliardi di dollari annui indispensabili a garantire l’accesso alla terapia antiretrovirale a 15 milioni di persone sieropositive entro il 2015, a fronte dei 6,6 milioni di persone che attualmente usufruiscono della terapia e dei 9 milioni che invece ne rimangono esclusi. Tuttavia, i finanziamenti per la lotta contro l’Aids nel 2009 hanno iniziato a diminuire per la prima volta assicurando così minori risorse a meccanismi finanziari di fondamentale importanza, come il Fondo Globale per la Lotta contro l’Aids, la Tubercolosi e la Malaria[14].
“Il Fondo – ha denunciato[15] Medici Senza Frontiere[16] (Msf) – si trova oggi nella situazione finanziaria più disastrosa che abbia mai affrontato dalla sua creazione, dieci anni fa. Per questo motivo, il Consiglio del Fondo Globale ha deciso di cancellare in modo effettivo il suo undicesimo turno di finanziamento a causa di mancanza di risorse: un’azione senza precedenti nella sua storia” presa durante la riunione del consiglio ad Accra, Ghana, il 21 e 22 novembre scorsi[17]. Il Fondo Globale fornirà un “meccanismo di finanziamento di transizione”, in cui i Paesi in via di sviluppo davanti alla drastica interruzione dei programmi per l’Hiv, tubercolosi[18] e malaria[19], avranno solo la possibilità di richiedere i fondi per coprire le necessità più essenziali. “Per quel che riguarda l’HIV, questo meccanismo può garantire i medicinali alle persone già in cura, ma non può consentire un’espansione delle terapie per l’Hiv – ha concluso[20] Tido von Schoen-Angerer, direttore esecutivo della Campagna per l’Accesso alla salute di Msf. Ogni governo dovrebbe contribuire agli sforzi per frenare l’Hiv, ma soprattutto quelli con la capacità di fare davvero la differenza dovrebbero farsi avanti con la massima urgenza e sostenere una nuova possibilità di finanziamento al Fondo Globale”.
Purtroppo anche l’Italia sta facendo la sua parte, “ma in negativo” – ha aggiunto il 25 novembre[21] Natalia Lupi, coordinatrice dell’Osservatorio Aids[22] – “tanto che non abbiamo ancora onorato gli impegni finanziari verso il Fondo Globale degli ultimi due anni con un ammanco di 260 milioni di euro”. Così mentre due giorni fa la Germania ha versato al Fondo Globale[23] la seconda parte della sua quota per il 2011, in totale 200 milioni di euro, noi ”Dobbiamo rinnovare le richieste al nuovo governo – ha concluso[24] la Lupi – perché l’Italia faccia fede agli impegni
presi“, ricordandoci che prevenire è economicamente vantaggioso visto che la cura di una persona che diventa sieropositiva costa solo in farmaci dai 1.000 ai 1.500 euro al mese, a cui poi vanno aggiunti i costi di diagnostica.
Come celebrare quindi, anche con pochi fondi, questa giornata? Con l’informazione, innanzitutto. In tutta Italia sono previste iniziative, eventi, convegni, incontri e presidi[25] dei volontari di Lila e Anlaids[26], per offrire consulenze, materiale informativo e suggerimenti preziosi a tutti i cittadini. Se per combattere l’Aids servono più impegno e più fondi, il messaggio che si vuole lanciare oggi è comunque positivo, “Questo è il nostro obiettivo: zero nuove infezioni, zero pregiudizi, zero decessi correlati all’Aids” – ha dichiarato[27] solo lo scorso giugno il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon. Basta poco, per esempio ricordare che l’unico strumento sicuro di contraccezione contro le malattie a trasmissione sessuale è e rimane a tutt’oggi il profilattico, un gesto di responsabilità e amore verso se stessi e gli altri.
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