by Sergio Segio | 4 Dicembre 2011 8:00
MILANO – Quasi milletrecento lavoratori del settore ferroviario rischiano di perdere il lavoro a giorni. Tra una settimana, infatti, l’11 dicembre, scatta l’orario invernale di Ferrovie dello Stato e la modifica o soppressione di molti treni a media e lunga percorrenza del servizio universale (finanziato dallo Stato) comporterà 1.280 esuberi di personale sia del Gruppo Fs sia delle aziende in appalto.
L’allarme è stato lanciato ieri dalla Filt-Cgil mentre l’azienda ha smentito che i tagli vadano a coinvolgere i propri dipendenti: «Non ci sarà alcun esubero in Fs – assicura il gruppo – Il personale delle Ferrovie oggi impiegato nei servizi oggetto di riduzione sarà ricollocato all’interno dell’azienda».
Secondo i calcoli della Filt, a seguito dell’entrata in vigore del nuovo orario Fs e della modifica o soppressione di treni a media e lunga percorrenza del servizio universale sia diurno sia notturno, in particolare dal Sud (Calabria e Puglia), ci saranno 580 esuberi per le aziende in appalto (350 nell’accompagnamento notte, 80 nella manutenzione notte, 150 addetti alle pulizie treni notte) e 700 per il personale Fs (250 macchinisti, 150 capitreno, 150 addetti alla manutenzione, 150 addetti alla circolazione, capistazione e personale di stazione).
«Le decisioni che Fs ha assunto per l’orario in vigore dall’11 dicembre tagliano drasticamente l’offerta dei treni a media-lunga percorrenza soggetti al contratto di servizio con lo Stato (cosiddetto servizio universale) che risulta ridotta di quasi il 40%», sottolinea il segretario nazionale della Filt-Cgil Alessandro Rocchi.
«Pesantissima è la penalizzazione del Mezzogiorno, ma il servizio diminuirà sull’intera rete per tutte le località di medie dimensioni, sia sui collegamenti dorsali nord-sud che sui collegamenti trasversali est-ovest». «Particolarmente pesante», aggiunge, il ridimensionamento dell’offerta notte (-30% di treni e meno 30 carrozze per i treni che rimarranno, oltre alla riduzione dei collegamenti con la Sicilia).
«Una vera e propria destrutturazione del servizio universale», denuncia il sindacalista, che accusa Fs di voler «dimostrare surrettiziamente l’inutilità e l’insostenibilità economica» del servizio, «perché aumenterà il prezzo del biglietto ed il servizio peggiorerà nettamente. Cosicché, magari già a fine 2012, ci saranno buone argomentazioni che motiveranno il completo smantellamento del servizio». La Filt osserva quindi che, nonostante l’importante «significato sociale» del servizio universale, lo Stato non stia muovendo un dito.
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