Finmeccanica, nuove accuse da Panama “Tangente da 81 milioni di dollari”

by Sergio Segio | 4 Dicembre 2011 8:03

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NAPOLI – Un’indiscrezione della stampa panamense allunga nuove ombre sugli affari esteri di Finmeccanica e sui rapporti, di affari oltre che di amicizia, del presidente dello Stato centroamericano, Ricardo Martinelli con Valter Lavitola, tuttora latitante nel caso Berlusconi-Tarantini e rifugiato proprio a Panama. Il quotidiano “La Estrella on line” racconta di una presunta «discrepanza» di 81 milioni di dollari nella vendita di radar ed elicotteri che potrebbe nascondere la provvista di una tangente. Il contratto citato dal giornale riguarda la fornitura al governo di Panama da parte di Finmeccanica di 19 radar, 6 elicotteri e altri equipaggiamenti. Un’operazione dal costo indicato in 333 milioni di dollari fino a quando, sempre secondo quanto riportato dalla stampa del paese centroamericano, il ministro Frank De Lima ha rettificato affermando di non poter escludere che «qualcuno abbia commesso un errore nel cambio di moneta. La transazione è di 185 milioni di euro, pari a 252 milioni di dollari», ha detto. All’appello mancherebbero quindi 81 milioni. Su questa circostanza, naturalmente tutta da verificare e riscontrare, si è acceso il dibattito nella politica panamense, con il leader del partito d’opposizione Prd, Francisco Sanchez Cardenas, che sollecita indagini sul pagamento di una presunta «commissione» e il ministro del Territorio Jose Domingo Arias che invece difende il governo e assicura che «sul contratto firmato a Panama non ci sono indizi di corruzione».
Ma queste notizie potrebbero interessare anche la Procura di Napoli, che indaga sull’ipotesi di corruzione internazionale con riferimento a transazioni estere legate all’attività  di manager e agenti ritenuti vicini a Finmeccanica che tenterebbero di corrompere funzionari di paesi stranieri per aggiudicarsi forniture di armamenti, apparati per la difesa e la sicurezza. Proprio in questo filone investigativo, i pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco hanno messo sotto i riflettori la figura di Lavitola. Il direttore ed editore dell’Avanti è latitante per ordine dei magistrati di Bari che, dopo aver ricevuto gli atti dal Tribunale del Riesame di Napoli, gli contestano di aver indotto Giampaolo Tarantini a mentire nei processi sulle escort per evitare ricadute negative sull’allora premier Silvio Berlusconi. Sui rapporti tra Lavitola e Finmeccanica, venerdì pomeriggio i pm di Napoli hanno interrogato come testimone assistito Tarantini. L’imprenditore pugliese, alla presenza dell’avvocato Ivan Filippelli, ha spiegato di non essere a conoscenza di particolari utili alle indagini. Il 16 dicembre invece si discuterà  in Cassazione il ricorso con il quale la Procura chiede contestare a Tarantini e alla moglie Angela Devenuto il concorso nel reato di induzione dell’imputato a mentire ipotizzato nei confronti di Lavitola. Secondo la ricostruzione del Tribunale del Riesame di Napoli, condivisa dal giudice di Bari, dell’accusa deve rispondere solo il direttore ed editore dell’Avanti e non i coniugi Tarantini. I pm Curcio Woodcock e Piscitelli invece sono di diverso avviso e individuano come momento della commissione del presunto reato il primo interrogatorio reso da Tarantini a Napoli. Impostazione che, se accolta dalla Cassazione, imporrebbe il ritorno del fascicolo nel capoluogo campano.
Lavitola intanto si troverebbe ancora a Panama, forte del legame con Martinelli finito sulla graticola per il legame con l’imprenditore italiano e, nelle ultime ore, anche per gli 81 milioni “fantasma” del contratto con Finmeccanica. Un altro media panamente, Tvn Noticias, afferma che Lavitola potrebbe disporre a Panama di un autista assegnatogli dal segretario personale di Martinelli e appartenente al servizio di protezione istituzionale. E sostiene che il 22 agosto Lavitola avrebbe viaggiato da Roma a Barcellona con la presidentessa di una compagnia che avrebbe ottenuto una «commissione» per la mediazione tra il governo panamense e Finmeccanica per la vendita dei radar. Nei giorni scorsi però Lavitola ha assicurato di essere pronto a rientrare in Italia. «Chiarirò tutto», ha detto. Le Procure lo aspettano.

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