Fiat, la Fiom fuori dalla trattativa

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TORINO – Questa volta non è stata la Fiom ad abbandonare la trattativa ma la trattativa ad abbandonare la Fiom. Alle 15, su sollecitazione scritta di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri che hanno scritto una lettera all’azienda, il capodelegazione della Fiat ha chiesto a Maurizio Landini di lasciare il tavolo della trattativa:«Non avete firmato l’accordo di Pomigliano, che cosa state ancora a fare qui?». Il leader della Fiom ha replicato che «è stata la Fiat a convocarci al tavolo e noi non lasceremo il tavolo della trattativa». Il rappresentante dell’azienda ha allora annunciato: «Ce ne andremo noi in un’altra stanza» ed è uscito dalla sala seguito dalle delegazioni dei sindacati. La trattativa sull’estensione del modello Pomigliano a tutto il gruppo Fiat è proseguita senza i metalmeccanici della Cgil ed è stata aggiornata a questa mattina quando, hanno garantito i protagonisti, «inizierà  la stesura dei testi».
«Noi non abbiamo cacciato la Fiom, abbiamo chiesto che accettasse l’accordo di Pomigliano», sostiene il leader del Fismic, Roberto Di Maulo aggiungendo: «Siccome l’adesione della Fiom al modello Pomigliano non è stata possibile, abbiamo proseguito con chi aveva aderito». «Ci avevano convocato per discutere un nuovo contratto – replica Landini – non per estendere quelli separati. Che cosa pretendevano? Che avremmo detto sì oggi dopo aver detto no a Pomigliano, Mirafiori e alla ex Bertone?». Il leader della Fiom è durissimo con le altre organizzazioni: «Chiedere la nostra esclusione dal tavolo significa compiere un nuovo strappo. Siamo alla mutazione genetica di sindacati che diventano aziendalisti e corporativi. La Fiat stupisce meno: è chiaro che intende trattare soltanto con coloro che le danno ragione». Duro anche il segretario della Cgil, Vincenzo Scudiere: «Il Lingotto continua sulla strada dell’esclusione ma così facendo lede il diritto dei lavoratori a scegliere liberamente il loro sindacato».
La trattativa dovrebbe concludersi entro pochi giorni, come prevedevano ieri sera i sindacalisti del fronte del «sì». «Più che in fretta, intendiamo chiudere bene», ha puntualizzato il leader della Fim Giuseppe Farina. Il leader del Fismic, Di Maulo, propone «un premio aziendale per attutire gli effetti della cassa integrazione prolungata». Si porrà  poi un nuovo problema: i dipendenti Fiat che passeranno dal vecchio al nuovo contratto verranno chiamati al referendum per confermare questa scelta? «Ci dobbiamo pensare – ha risposto Farina – ma potremmo utilizzare l’accordo del 28 giugno con Cgil e Uil e far votare le rsu». In mattinata, davanti all’ingresso della palazzina delle trattative, si sono fronteggiati a lungo lavoratori del «sì» e del «no». Tra questi ultimi un gruppo di Cobas e Usb che ha tentato di sfondare il cordone di polizia per raggiungere gli avversari sul lato opposto della strada. Sono state lanciate uova ma i due gruppi non sono entrati in contatto.


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