by Editore | 31 Dicembre 2011 9:05
ATENE – I giornalisti in Grecia pagano un pesante contributo alle politiche della «troika», della cancelliera Merkel e dei governi di Papandreou e Papadimos. Il giornale Eleutherotypia ha chiesto ieri la protezione del tribunale fallimentare, mentre i suoi quasi mille giornalisti, poligrafici e impiegati non ricevono lo stipendio dall’agosto scorso. Il grande giornale progressista rischia di sparire definitivamente dalle edicole, visto che le banche rifiutano di concedere nuovi prestiti, mentre i lavoratori continuano a scioperare chiedendo gli arretrati e un credibile piano di salvataggio del giornale alla proprietà , rappresentata da Mania Tegopoulou, l’erede della storica testata del giornalismo repubblicano greco.
La Tegopoulou può essere un cattivo editore e direttore per un grande giornale. Però la crisi di Eleutherotypia, che per altro edita in Grecia Le Monde Diplomatique (come fa il manifesto per l’Italia) rappresenta la punta dell’iceberg della crisi dei media in Grecia, tra il crollo della pubblicità pubblica e privata e il crollo dei guadagni dei grandi gruppi degli industriali, finanzieri, costruttori, armatori e fornitori dello stato, che avevano messo in piedi una rete di media per promuovere i loro interessi.
L’armatore Alafouzos, controlla tra gli altri l’autorevole giornale Kathimerini e il canale Skay. Il grande costruttore o palazzinaro Mpompolas con il gruppo editoriale Pigasos controlla tra decine di testate il grande giornale Ethnos e l’economico Imerisia. Il gruppo Lamprakis – DOL controlla tra decine di testate gli autorevoli giornali Ta Nea e To Vima. Il rampante editore Gianikos controlla il settimanale economico Kosmos tou Ependiti ed il canale Alter, che ha smesso di trasmettere quando è stato occupato dai suoi lavoratori che non erano pagati da quasi un anno.
La tv privata rappresenta l’arma pesante di questi editori, visto che Mpompolas, DOL e l’armatore e faccendiere Vardinogiannis controllano Mega e la famiglia dell’armatore Kyriakou il canale Antenna. Famiglie di armatori, finanzieri e costruttori, che hanno avuto da decenni quasi il monopolio dei grandi appalti dello stato e sono perlomeno moralmente responsabili per la morte di alcuni di lavoratori, per lo più immigrati, per le opere delle Olimpiadi del 2004. Famiglie di faccendieri che attraverso i media hanno coltivato le loro buone relazioni con i governi del Pasok e di Nuova Democrazia e hanno condizionato la loro politica.
Cosa hanno oggi tutti questi in comume? Semplicemente, da più di due anni cercano invano di convincere i greci che la crisi è colpa loro e dei loro alti salari e pensioni che ricevevano da uno stato corrotto e spendaccione. Di convincere chi perde il lavoro che la colpa è degli impiegati statali, del loro grande numero e dell’alto e garantito stipendio. I loro giornali e televisioni promuovono il cannibalismo tra i poveri, hanno insultato e insultano sindacalisti, gente di sinistra, indignati e chiunque altro provi ad alzare la testa contro le politiche dei Memorandum, della «troika» e dei governi di Papandreou e di Papadimos. Il quale presidente ha nominato come portavoce del suo governo tecnico Kapsis, uomo forte del gruppo DOL ed ex direttore delle testate Ta Nea e To Vima.
Basta vedere alcuni servizi in tv, dove intellettuali addomesticati per anni dalle sirene di stato, come il sceneggiatore Aggelopoulos e scrittori come Vassilikos, e giornalisti compiacenti della televisione pubblica ERT e dei giornali dei costruttori, sparino a zero contro il settore pubblico, contro gli statali, denunciando uno stato corrotto ma sorvolando sul fatto che la Grecia sta affondando per salvare le banche e i grandi gruppi industriali e finanziari, tutte dietro lo stato e i grandi mezzi di informazione.
Eleutherotypia, che si era schierata contro il Memorandum e la «troika» ed è stata vicina ai movimenti di protesta, paga probabilmente la sua ribellione dal coro dei grandi gruppi editoriali. Tegopoulou, a parte il suo difficile carattere e i favoritismi concessi o conservati nel giornale, ha il merito di non essersi immischiata nel giro dei grandi appalti dello stato. Eleutherotypia è l’unico grande giornale greco che appartiene in un gruppo esclusivamente editoriale. Per questo è più vulnerabile e anche per questo forse si è trovato ieri al tribunale fallimentare
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/12/eleutherotypia-il-grande-giornale-progressista-finisce-in-tribunale/
Copyright ©2024 Diritti Globali unless otherwise noted.