by Editore | 17 Dicembre 2011 8:04
Ci saranno vantaggi economici per la Russia, che si attende di veder crescere più velocemente il suo prodotto interno, ma anche per gli altri 153 Paesi che esporteranno di più, come è avvenuto con la Cina entrata nel Wto dieci anni fa. Per Mosca ci potrebbe essere anche un impatto politico, visto che l’adesione la legherà maggiormente a quell’Occidente che Putin continua a demonizzare a parole, spesso a scopi elettorali. Proprio per evitare effetti politici, il governo ha già detto che la ratifica dell’accordo sarà proposta alla Duma dopo le elezioni presidenziali di marzo. Si vuole evitare che l’accordo diventi un punto di forza per i comunisti, partito di opposizione in ascesa dopo anni di declino. Il partito comunista sostiene che per la Russia eliminare le barriere doganali sarebbe catastrofico, soprattutto nel settore agricolo. L’intesa concede al Cremlino alcuni anni per ridurre le barriere nei settori vitali, come quello agricolo e quello dell’automobile. Ma certamente la concorrenza con imprese estere diverrà più difficile. E i brontosauri sopravvissuti dall’epoca sovietica dovranno cambiare o moriranno. Ci saranno più investimenti esteri nel Paese e le regole del Wto, si spera, potranno contribuire a ridurre la corruzione e l’arbitrarietà di leggi e tribunali. Secondo alcuni calcoli, l’export europeo verso la Russia dovrebbe rapidamente aumentare di 4 miliardi di euro l’anno.
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