Da Borse e titoli pubblici ok alla manovra Ue: bene così, ora uno slancio per la crescita

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ROMA – La manovra spinge giù lo spread fino a quota 375, ben 80 punti in meno rispetto allo scorso venerdì e galvanizza la Borsa che guadagna quasi il 3%. La Ue, con il commissario Olli Rehn, plaude al rigore di Mario Monti ma chiede «uno slancio» per la crescita e il lavoro. L’Ocse è convinto che azzerando il peso fiscale su imprese e nuove assunzioni ci sarà  una spinta per il Pil e l’occupazione.
Ed è un giorno di festa sui mercati, attenti anche all’incontro Merkel-Sarkozy tutto dedicato all’euro e alla modifica dei Trattati. Lo stesso premier lo riconosce quando in Parlamento accenna appunto allo spread, «quell’indice che nessuno di noi considera mitico e che ci piace di più quando scende che quando sale»: adesso «sta mostrando grande attenzione positiva per quanto abbiamo deliberato». Il suo andamento «ci ha confortato».
In effetti, fa una certa impressione vedere la curva di questo indicatore che scende con il passare delle ore, via via che il premier spiega la logica che sta dietro ai sacrifici, il senso degli interventi «dolorosi», gli obiettivi: non fallire, anzitutto, ma anche essere «più forti nella Ue», ora che si deve ridisegnare la cornice della moneta unica. Perciò, apertura a quota 445, poi a metà  mattina intorno ai 400, fino al crollo finale a 375, il minimo da ottobre, oltre 200 punti più sotto rispetto al picco negativo del 9 novembre. Scende il rendimento dei Btp sotto il 6% , a 5,95%, anche qui il minimo da ottobre: per il Tesoro si calcolano risparmi potenziali per quasi 5 miliardi. Vanno a gonfie vele le Borse, con Milano che dice sì al decreto salva-Italia mettendo a segno un rialzo del 2,91%, la migliore performance della Ue: banche e assicurazioni tirano la volata. Lo stesso euro si rafforza, fino a 1,3467 sul dollaro, per poi ripiegare a tarda sera, quando in Italia i mercati sono già  chiusi.
Il commissario Rehn è il primo in ordine di tempo a commentare la manovra che lui stesso ha aiutato a mettere a punto dopo i rilievi della missione Ue-Bce e la visita al governo dieci giorni fa. Un pacchetto “tempestivo e ambizioso, poichè dà  il segnale che serviva: quello di un nuovo approccio alla politica economica”. Ma sanare i conti non basta: ora servono appunto più crescita e più occupazione. Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, loda il consolidamento di bilancio, il calo del fisco su imprese e nuove assunzioni, le tasse su ricchezza e beni di lusso che affrontano il problema della disuguaglianza.
E’ comunque presto per dire che sui mercati è tornata la fiducia. E’ azzardato pensare che sia tornata la calma. Le agenzie di rating tengono sotto tiro i paesi Ue con la tripla A. Questa settimana inoltre s’annuncia cruciale per l’euro: giovedi la Bce deciderà  se ridurre o meno ancora i tassi e se è il caso di varare altre misure anti-crisi, dopo che nell’ultima settimana si sono molto ridotti gli acquisti di titoli di Stato. L’indomani a Bruxelles il consiglio europeo dei capi di stato e di governo s’annuncia come uno snodo importante per la soluzione della crisi del debito sovrano: il mercato chiede proposte convincenti sulla governance economica e sul rafforzamento della rete di protezione, oggi insufficiente, per salvare i paesi colpiti dalla speculazione. Preoccupato, il presidente Usa Obama decide di inviare ancora una volta in Europa il suo ministro dell’economia, Tim Geithner, per un tour sulla crisi: da oggi fino all’8 dicembre sarà  a Francoforte (dove vedrà  il presidente della Bce, Mario Draghi), quindi Berlino (il ministro Schaeuble), poi Parigi dove sarà  ricevuto da Sarkozy. Giovedi a Milano vedrà  il presidente Monti.


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