Crollano le pensioni liquidate nel 2011 il 30% in meno a causa del rinvio

by Editore | 27 Dicembre 2011 7:13

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«E’ una riduzione che ci attendevamo, ma non in questa consistenza», ammette il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. «Darà  sollievo immediato alle casse dell’Istituto, assicurando più solidità  e tranquillità  a tutti». Secondo Mastrapasqua, il dato è anche una conferma che le riforme precedenti «hanno funzionato, ma la transizione era troppo lenta». E che grazie alla riforma Fornero «il sistema è stato messo in sicurezza».

L’effetto-finestra
Da gennaio a novembre – secondo gli ultimi dati Inps anticipati dall’Ansa – sono state liquidate 225 mila nuove pensioni (-29,5 per cento sul 2010). Con una discesa più vistosa per le pensioni di vecchiaia (94 mila, -39,4%) rispetto a quelle di anzianità  (131 mila, -20,1%). Le regole scattate quest’anno sulla finestra mobile hanno di certo contribuito allo slittamento di molte uscite al 2012: 12 mesi in più di attesa (18 mesi per gli autonomi), una volta raggiunti i requisiti per la pensione, quelli validi fino al 31 dicembre 2011, ovvero 65 anni per gli uomini e 60 per le donne. Così come l’inasprimento dei requisiti per la pensione di anzianità : almeno 60 anni di età  con quota 96 tra età  e contributi, a fronte dei 59 e quota 95 del 2010 (fermo restando i 40 anni di contributi a qualsiasi età ).

La “coda” nel 2012
Nel 2011 sono riusciti a uscire, quindi, solo coloro che avevano già  raggiunto i requisiti nel 2010. Chi li ha centrati quest’anno dovrà  mettere in conto la finestra che rinvia l’assegno al 2012. Il prossimo anno, dunque, alle uscite dovute a questi effetti “pregressi” si sommerà  il debutto delle nuove regole dettate dalla manovra Salva-Italia: contributivo pro-rata per tutti, cancellazione di quote e finestre, pensione di vecchiaia a 66 anni di età  per gli uomini, 65 per le donne del settore pubblico, 62 per le lavoratrici del privato, pensione “anticipata” con 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne. Il lavoratore dipendente che ha maturato i requisiti per la pensione a giugno 2011, ad esempio, uscirà  a giugno 2012, ancora con la finestra mobile.

età  media
Interessanti anche i dati sull’età  media di uscita, pari nel 2011 a 60,2 anni (era 60,4 nel 2010 e 61,1 nel 2009). Ben sei anni in meno del livello indispensabile nel 2018, quando uomini e donne usciranno alla stessa età  e quando i risparmi per il bilancio pubblico della riforma Fornero si avvicineranno ai 20 miliardi l’anno. Un’accelerazione indispensabile per mettere in sicurezza il sistema, secondo Mastrapasqua, visto che con le riforme precedenti «l’età  media si allungava troppo poco rispetto alla crescita dell’aspettativa di vita». Nel 2011 le pensioni di vecchiaia sono state liquidate ad un’età  media di 62,7 anni (58,7 anni quelle di anzianità ). «Ma negli altri paesi europei – sottolinea il presidente Inps – si esce dal lavoro più tardi e con tassi di sostituzione molto più bassi. A fronte del nostro 80 per cento rispetto all’ultima retribuzione, in Germania chi va in pensione prende in media il 58,4 per cento, in Francia il 60,8 per cento».

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