by Editore | 21 Dicembre 2011 8:07
MILANO — Le banche italiane si sono mosse per ottenere la garanzia dello Stato sui nuovi bond, prevista dall’articolo 8 dalla manovra del governo di Mario Monti. In tre giorni descritti «di fuoco» per l’intenso lavoro svolto, pressoché tutti i maggiori istituti hanno percorso l’iter procedurale di richiesta che prevede il coinvolgimento di diversi soggetti, da Bankitalia alla Bce, dal Tesoro a Borsa Italiana. Obiettivo primario in ordine di tempo è utilizzare i bond con «bollino blu» pubblico come collaterali per avere accesso alla liquidità della Bce, che oggi (con regolamento domani) farà partire il primo pronti contro termine a tre anni (al tasso dell’1%).
Bankitalia, due giorni dopo il decreto, ha inviato una lettera a tutti gli istituti per spiegare i passi da fare per ottenere la garanzia, in questo modo rendendo possibile l’avvio del lavoro da parte dei banchieri. Che si sono attivati immediatamente sia allo scopo di poter attingere al più presto ai rubinetti della Bce, sia per provvedere con maggiore tranquillità (grazie appunto alla garanzia) al rinnovo dei propri bond in scadenza. Il provvedimento incluso nella manovra, che rappresenta l’applicazione di uno degli impegni presi in sede comunitaria all’interno del quadro «uscito» dal Consiglio europeo del 26 ottobre, vuole in effetti assicurare ai bond bancari una sorta di «timbro» con tre obiettivi: oltre alla possibilità di ottenere liquidità dalla Bce, vuole favorire la ripresa della fiducia sul mercato obbligazionario e quindi della raccolta da parte delle banche e contrastare di conseguenza il rischio di «credit crunch» (oggi fortissimo) derivante dal prosciugamento delle risorse da parte degli istituti.
Secondo le disposizioni per ottenere la garanzia statale «incondizionata, irrevocabile e a prima richiesta» le banche interessate devono rivolgersi a Banca d’Italia e al dipartimento del Tesoro. La concessione di quelli che si potrebbero definire una sorta di Monti-bond ha luogo sulla base della valutazione di Via Nazionale sull’adeguatezza patrimoniale dell’istituto e sulla sua capacità di fare fronte alle obbligazioni assunte, quindi sulla redditività .
Bankitalia ha dunque in sostanza il compito di valutare (e monitorare periodicamente) il «merito di credito» degli istituti che chiedono la garanzia. Perciò, viene sottolineato nel testo, le banche che ricorrono agli interventi, che per ammontare massimo vanno comparati al patrimonio di vigilanza dell’istituto, non devono «abusare» del sostegno ricevuto per «conseguire indebiti vantaggi». Ottenere il «bollino blu» ha comunque un costo in termini di commissione annuale che viene calcolata in corrispondenza a vari parametri, come la durata dell’obbligazione, il suo grado di rischio, la presenza o no di rating. Si dovrebbe aggirare in media intorno all’1%.
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