by Editore | 16 Dicembre 2011 8:33
ROMA – Una busta bianca senza mittente, indirizzata a “Equitalia, lungotevere Flaminio 18, Roma”. Dentro, una piccola quantità di polvere nera mischiata a un’altra sostanza con un innesco di nuovo tipo: aprendo il plico, lo sfregamento della carta avrebbe prodotto una scintilla (come quando si accende un fiammifero) che avrebbe fatto divampare una fiammata.
Un nuovo attentato, fortunatamente sventato, alla società di riscossione dei tributi, sei giorni dopo l’esplosione del pacco bomba che ha ferito gravemente il direttore generale Marco Cuccagna. La mano, secondo la Digos, potrebbe essere diversa da quella degli anarchici della Fai che hanno spedito i tre ordigni a «banche, banchieri, zecche e sanguisughe». Nessuna rivendicazione ma l’attentatore, stavolta, potrebbe essere qualcuno che ha cercato di imitare la strategia degli insurrezionalisti. Il rischio è quello di una nuova ondata di plichi esplosivi o incendiari.
A notare il pacco è stato un impiegato dello smistamento posta che ha fatto tesoro dei consigli della questura, diffusi in modo quasi ossessivo, ha deposto la busta e chiamato il 113. Sul posto sono arrivati gli artificieri della polizia che hanno sottoposto al test sull’esplosivo qualche granello di polvere fuoriuscita dall’involucro. La risposta del laboratorio portatile è stata positiva. Gli uomini della squadra antisabotaggio hanno portato la busta in questura, dove l’ordigno è stato analizzato minuziosamente. Ancora da stabilire la composizione chimica dell’innesco, che potrebbe avere una percentuale di zolfo. Il plico incendiario era di un tipo mai visto prima e chi l’ha fabbricato, di certo, non era uno sprovveduto.
L’ipotesi di una trappola architettata dagli anarco-insurrezionalisti (un ordigno di nuovo tipo che avrebbe potuto ingannare più facilmente i destinatari) non è stata ancora scartata dagli investigatori. Sulla busta, scritto a mano con una calligrafia incerta, l’indirizzo era senza alcun destinatario specifico. La busta risulta spedita il 13 dicembre scorso e aveva solo il timbro del centro di smistamento postale di Fiumicino. L’ordigno, probabilmente, non è partito dalla capitale.
«Ormai siamo in trincea, ci sentiamo presi di mira, abbiamo paura a venire a lavorare» è il commento ricorrente degli impiegati, fatti sgomberare dagli uffici per precauzione fino all’uscita degli artificieri.
A tutto il personale di Equitalia è arrivata la solidarietà del presidente del consiglio Mario Monti (che ha condannato «l’ennesimo atto criminale compiuto contro delle persone che compiono esclusivamente il loro dovere») e del segretario generale dell’Ugl Giovanni Centrella. Il responsabile della commissione sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, chiederà al ministro dell’Interno Cancellieri di riferire alla Camera «sugli aspetti di questa nuova stagione di pacchi esplosivi».
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