Benzina, nuovo record a 1,722 euro

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ROMA – Il Natale, anche per gli automobilisti, è finito. La tregua sui prezzi dei carburanti che aveva retto miracolosamente durante tutto il periodo delle feste, è stata infranta ieri da un nuovo ritocco dei prezzi che ha portato la verde al nuovo massimo di sempre. 
Stavolta però si tratta di un primato che peserà  e molto sulle tasche degli italiani con i consumatori che parlano di «stangata di Capodanno da 215 milioni di euro». A muovere per primo la pedina è stato il principale attore sulla scena della distribuzione dei carburanti e cioè Eni. Il market leader ha messo mano ai listini ritoccando la benzina di un centesimo e il gasolio di 0,5 centesimi. La verde è così schizzata a 1,722 euro al litro, come rileva quotidianoenergia.it e a breve gli utenti dovranno assistere impotenti ad un valzer di aumenti da parte degli altri marchi. 
Il prezzo medio praticato della benzina in modalità  servito va oggi dal minimo di 1,716 euro al litro degli impianti Shell all’1,722 di quelli Eni. Anche negli impianti no-logo si registra un leggero aumento a 1,628 euro. Il diesel oscilla dal minimo di 1,693 di Ip all’1,701 di Tamoil con i distributori no-logo che offrono il prodotto a 1,597. Il gpl, infine, si colloca tra lo 0,743 euro di Eni e lo 0,756 di Tamoil mentre nei no-logo costa 0,726 euro. «Se oggi il prezzo della benzina italiana è il più alto nell’Europa comunitaria e quello del gasolio si attesta al secondo prezzo più alto, ciò è solo dovuto all’aumento delle imposte che gravano su questi beni di prima necessità » sottolinea Luca Squeri, presidente di Figisc, la federazione dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti aderente a Confcommercio.
«Esattamente un anno fa – precisa Squeri – l’Italia si collocava al decimo posto per la benzina ed al settimo per il gasolio. Sempre, rispetto ad un anno fa, a fronte di un aumento del greggio di circa 8 centesimi di euro al litro, la benzina costa 25 centesimi in più ed il gasolio addirittura 36. Quale è il motivo? Semplicemente che se le quotazioni internazionali del greggio e dei prodotti finiti hanno pesato per il 25% sull’aumento dei prezzi del carburante in Italia, per il 75% vi hanno invece influito gli aumenti delle imposte, accisa ed Iva». 
E infatti oggi, senza questi aumenti, il prezzo della benzina sarebbe inferiore di 19 centesimi al litro e quello del gasolio di 22. Gli aumenti delle imposte sui carburanti intervenuti nel 2011 sono stati pari mediamente a 20 centesimi al litro, tanto da essere addirittura superiori a quello che è il margine operativo medio lordo (tutti i costi inclusi) del settore distributivo, che è di 15,5 centesimi al litro, ossia il 10% del prezzo, contro il 52% delle imposte sul gasolio o il 58% di quelle sulla benzina.
«Oggi ogni pieno costa 15 euro in più rispetto ad un anno fa, quando per un litro di benzina si pagavano quasi 30 centesimi in meno: questo vuol dire una stangata da 360 euro annui ad automobilista calcolando una media di 2 pieni al mese» dicono Federconsumatori e Adusbef: «Come temevamo il prezzo della benzina ha raggiunto ormai un livello insostenibile», dichiarano i presidenti delle due associazioni dei consumatori Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, «e le ricadute sulle tasche dei cittadini sono gravissime». E per il Codacons «si tratta dell’ennesima stangata sulle vacanze degli italiani». Per il presidente Carlo Rienzi «a Capodanno la maggiore spesa per i rifornimenti di carburante sarà  pari complessivamente a 215 milioni».


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