by Sergio Segio | 8 Dicembre 2011 8:05
FRANCOFORTE — Grande attesa dei mercati per l’esito della riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea in corso a Francoforte questa mattina sotto la guida di Mario Draghi, nella quale i banchieri centrali potrebbero decidere provvedimenti di importanza cruciale, dettati dall’urgenza di attenuare la crisi nel breve termine, come un taglio dei tassi di interesse e nuovi provvedimenti per concedere liquidità alle banche per due o tre anni, per sbloccare i rischi di una stretta creditizia. Fino a ieri sera, gli operatori si attendevano un taglio del costo del denaro di un quarto di punto, per ridurre il tasso di riferimento all’1%, per spronare l’economia a un passo dalla recessione. Tuttavia, una quota consistente di esperti sperava in un taglio dei tassi più significativo, pari allo 0,5%.
Comunque sia, la decisione di politica monetaria dipenderà anche dalle nuove proiezioni di crescita e di inflazione elaborate dallo staff della Bce attese per oggi, dalle quali gli esperti si attendono un forte peggioramento della crescita per il 2012, stimata ancora in settembre intorno all’1,3%.
Ma le attese degli operatori si concentrano soprattutto su nuovi provvedimenti straordinari attesi dalla Bce per rifornire di liquidità illimitata le banche, attraverso nuove aste della durata di due o tre anni, oltre a quelle a un anno (lanciata in ottobre) e quella a 13 mesi (attesa il 20 dicembre), decise in ottobre. L’obiettivo è di arginare il rischio di una stretta del credito, e dell’impatto negativo sulla già debole crescita. E se, come sperano gli operatori, la Bce opterà contemporaneamente anche per un ampliamento dei collaterali richiesti alle banche in cambio della liquidità , gli istituti finanziari potrebbero liberare i bilanci da titoli di Stato e altri finora non ammessi, come i titoli bancari, favorendo il ritorno alla fiducia nell’interbancario e l’attività creditizia. Nel frattempo, sta riscuotendo successo l’azione delle banche centrali internazionali di aprire i rubinetti della liquidità in valuta estera: la Bce ha prestato a 34 banche europee circa 50 miliardi di dollari, attraverso la linea di swap in divise estere aperta dalle banche centrali internazionali settimana scorsa.
Non c’è tempo da perdere. E la Bce sta dimostrando che farà tutto il necessario per riparare le banche, verso le quali ha un ruolo di prestatore di ultima istanza. Mentre sono attese per oggi alle diciotto anche le stime conclusive sulle necessità di ricapitalizzazione delle banche europee da parte dell’autorità bancaria europea Eba, la quale a fine ottobre aveva diffuso una prima stima di un fabbisogno di 106 miliardi di euro per le grandi banche europee di cui 14,7 miliardi per i cinque big del credito italiano: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi, Banco Popolare e Ubi Banca. Nel frattempo Francia e Germania hanno coinvolto da questa sera Draghi e la Bce nella messa a punto delle bozze sulla maggiore integrazione fiscale. Una condizione alla quale potrebbe seguire un maggiore impegno della Bce negli acquisti di bond nel mercato secondario? Si saprà solo a accordi fatti. E nel frattempo si attende dalla cancelliera Angela Merkel una posizione meno critica nei confronti di una politica giudicata molto controversa in Germania e avversata soprattutto dalla Bundesbank, e dal suo capo Jens Weidmann.
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