Arriva il commissario per l’edilizia: Un anno in più per la realizzazione del piano

by Editore | 24 Dicembre 2011 9:32

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ROMA – Cambio della guardia nella gestione dell’edilizia carceraria. Il consiglio dei ministri di ieri ha infatti nominato il prefetto Angelo Sinesio nuovo commissario straordinario per l’edilizia straordinaria, incarico finora svolto dal direttore del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria Franco Ionta.
La nomina è inserita nel decreto Milleproroghe che contemporaneamente allunga di un anno ancora la gestione commissariale del piano per la costruzione di nuove carceri. Tecnicamente, è spiegato, l’avvicendamento è dovuto al fatto che il decreto prevede che l’incarico di commissario sia ora dovuto a un prefetto.
La nomina del nuovo commissario per l’edilizia carceraria è in qualche modo una sorpresa inattesa. Angelo Sinesio, 56 anni, catanese, in passato si è occupato sia a livello amministrativo che di indagine di appalti. E’ capo della segreteria tecnica della ministra degli interni Anna Maria Cancellieri. A lui spetta adesso il compito di riuscire a presentare e soprattutto realizzare un piano che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe permettere di alleggerire l’affollamento presente nelle carceri del paese. Almeno sulla carta, visto a oggi sono detenute almeno 23 mila persone in più rispetto al reale numero di posti letto. «Non si capisce perché si continui a parlare della necessità  di costruire nuove carceri, vista l’inutilità  della proposta», dice Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone. «E’ evidente che il piano per l’edilizia penitenziaria non è decollato. Se anche per miracolo si riuscisse a costruire dieci nuove carceri nei prossimi anni, al massimo si otterrebbero altri 2.000 posti letto e non si risolverebbe assolutamente nulla. Bisognerebbe uscire dalla straordinarietà  magari pensando a provvedimenti più efficaci come l’abrogazione della legge Fini-Giovanardi sulle droghe, che da sola potrebbe produrre il risultato di tornare a numeri accettabili per un Paese democratico».
Ieri intanto è entrato in vigore il decreto con le misure pensate dalla ministra della giustizia Severino per alleggerire la pressioni nelle carceri,. Si tratta della possibilità , per chi ha un residuo di pena non superiore ai 18 mesi di accedere agli arresti domiciliari (si calcola che a usufruirne potrebbero essere 3.000 detenuti) e la detenzione nelle celle di sicurezza dei commissariati anziché in carcere per quanti vengono fermati per reati minori. Quest’ultima misura ha sollevato non poche perplessità  sia perché responsabili della detenzione sarebbero le stesse persone che hanno proceduto al fermo, sia per l’impossibilità  per chiunque di verificare le condizioni delle persone sottoposte a fermo,. Per questo il ministro ha già  annunciato un disegno di legge che consente ai parlamentari le visite nelle celle di sicurezza.
Intanto proprio a proposto di sovraffollamento il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni ha chiesto la sospensione degli ingressi nel carcere romano di Regina Coeli. «Oggi (ieri, ndr) erano reclusi 1.280 detenuti a fronte di una capienza di 724 posti – ha detto Marroni -. E’ un livello record di presenze da 5 anni a questa parte; numeri impressionanti che, per fornire un paragone, sono superiori anche alla capienza tollerabile usata dal Dap per minimizzare il sovraffollamento».

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