Ancora armi all’Arabia saudita e all’Iraq
Un «messaggio forte» che Washington invia al Medioriente, ha affermato Andrew Shapiro, uno dei responsabili del Dipartimento di stato americano. L’operazione «migliora le capacità di dissuasione e di difesa dell’Arabia saudita contro le minacce esterne alla sua sovranità », ha detto. Un messaggio esplicito all’Iran, rivale dell’Arabia saudita nella regione, che in questi giorni ha minacciato di chiudere lo stretto di Ormuz al transito Usa. La portaerei Uss John C. Stennis e l’incrociatore lanciamissili Uss Mobile Bay «hanno compiuto un passaggio di routine programmato attraverso lo stretto di Hormuz», ha dichiarato ieri Rebecca Rebarich, portavoce della Quinta flotta Usa. Nell’ottica di contrastare possibili alleanze Iran-Iraq, costruendo un «contrappeso militare» in Iraq, si può intendere anche la vendita di 11 miliardi di dollari, in armi e addestramento militare all’esercito, che il Pentagono ha stanziato all’Iraq, mentre crescono i timori di guerra civile.
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