by Editore | 27 Dicembre 2011 8:05
Alla rete Channel 2 Na’ama ha raccontato tra le lacrime di non voler più percorrere i trecento metri che separano casa sua dalla scuola per paura degli insulti e degli sputi degli uomini haredim che giudicano il suo abbigliamento “immodesto”. Persecuzioni note alle donne di Bet Shemesh, ma che solo il pianto di Na’ama ha portato all’attenzione dei media, della società civile e persino del premier Benjamin Netanyahu che ha ordinando immediati provvedimenti contro gli “estremisti”. Ma, rimossi domenica sera dalla polizia, i cartelli che intimano alle donne di camminare su marciapiedi diversi rispetto agli uomini ieri sono ricomparsi. E quando gli agenti sono intervenuti a toglierli sono stati presi a sassate e apostrofati “nazisti”.
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