Vince la candidata odiata da Putin e l’Ossezia annulla le elezioni

by Sergio Segio | 30 Novembre 2011 7:44

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Mosca – Qualcosa non va nella macchina del consenso russo. E non solo per l’evidente declino della popolarità  di Vladimir Putin e del suo partito. Un pasticcio di dimensioni internazionali nella lontana Ossezia del Sud sta creando serie preoccupazioni al Cremlino che nell’estate del 2008 non esitò a scatenare una guerra contro la Georgia per “liberare” questa piccola repubblica satellite sulle montagne del Caucaso.
È successo che il candidato presidente Anatolj Bibilov, sponsorizzato dal governo russo, ha clamorosamente perso il ballottaggio di domenica scorsa contro Alla Dzhioeva, 63 anni, direttrice scolastica, detestata a Mosca per le sue denunce anti-corruzione. Lo smacco è durato poche ore. La Corte suprema ossetina, che sulle prime aveva convalidato il voto, ha deciso di ripensarci. Risultato: elezioni annullate per non meglio giustificate irregolarità  e divieto per Alla Dzhioeva di ricandidarsi al prossimo turno fissato per il 25 marzo. Nella piazza principale della capitale Tshinval circa 300 sostenitori della candidata hanno abbozzato una protesta, ma Alla Dzhioeva, politica navigata già  dai tempi dell’Urss, ha scelto la prudenza. Ha invitato i suoi a tornarsene a casa e ha lanciato un inutile appello al rivale: «Ammetti la sconfitta».
Storia minore da un luogo difficile da rintracciare sulle carte geografiche. Ma grave per Putin a un passo dal voto politico di domenica. L’Ossezia del Sud, e la gemella Abkhazia, sono repubbliche di fatto inesistenti, riconosciute solo da Mosca, dal Venezuela, dal Nicaragua, e da un paio di atolli del Pacifico. Per questo il pasticcio suona ancora più grave. Il voto doveva rimpiazzare il presidente uscente Edvard Kokojti, un ex campione di wrestling che aveva deluso la Russia utilizzando in maniera sospetta il fiume di denaro riversato per la definitiva colonizzazione del Paese. Per questo Mosca aveva puntato tutto su Bibilov. E sembrava un’operazione facilissima. La stessa Dzhioeva è filo russa come del resto tutti quelli autorizzati a fare politica. Ma nel suo programma elettorale chiedeva trasparenza e una campagna contro i corrotti. Quanto è bastato per vincere e creare un’altra grana per l’immagine della Russia di Putin.

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