by Sergio Segio | 11 Novembre 2011 8:12
Quella norma, che il governo ha infilato nel maxiemendamento al ddl di stabilità , abolendo il Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo, avverte Letizia, «renderebbe incontrollata la diffusione capillare di armi dalla potenza molto più devastante delle attuali». E, rincara Claudio Giardullo del Silp-Cgil, «avrebbe un effetto diretto: sparirebbe la distinzioni tra “armi comuni da sparo” e “armi da guerra”. Liberalizzando le seconde di cui oggi è vietata la vendita». Il governo ha inserito questa norma nell’articolo «riduzione degli oneri amministrativi per imprese e cittadini». E ieri la commissione Bilancio del Senato, ha dato il via libera. Duro il pd Giampiero Scanu, che ha accusato la maggioranza «su input della Lega di tentare per la seconda volta il colpo di mano». «È un atto di grave irresponsabilità — aggiunge —. Sotto la copertura di una semplificazione amministrativa, lo Stato viene privato di uno strumento indispensabile».
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