Un indipendente per la Casa Bianca Bloomberg pronto a fare il “terzo”
NEW YORK – Ross Perot come “terzo incomodo” ottenne l’8,4% dei voti alle presidenziali del 1992, e soprattutto fece perdere George Bush padre contro Bill Clinton, portandosi via tanti elettori moderati col suo “populismo di centro”. Al terzo candidato Ralph Nader, presentato dai Verdi, bastò il 2,7% nel 2000 per essere decisivo: senza di lui con ogni probabilità l’America sarebbe stata governata da Al Gore anziché Bush junior. E se tra un anno si presentasse Michael Bloomberg come indipendente, che impatto avrà sulla corsa alla Casa Bianca? Ruberà più voti a Barack Obama o al suo avversario repubblicano? Potrebbe addirittura vincere? La domanda non è più virtuale. Un’organizzazione indipendente, non affiliata ai democratici né ai repubblicani, sta preparandosi a presentare un terzo candidato. Il nome più gettonato è quello di Michael Bloomberg, sindaco di New York, attualmente al suo terzo mandato che ha conquistato correndo proprio come indipendente (dopo essere “nato” democratico ed aver corso anche come repubblicano). L’organizzazione che si prepara a sfidare il duopolio democratico-repubblicano si chiama Americans Elect. Il capo è un ex consulente per le strategie elettorali del partito repubblicano, Kahlil Byrd, che sul Washington Post si dice «mortificato e deluso, come la maggioranza degli americani, per l’incapacità dei due grandi partiti a lavorare insieme per risolvere i problemi del paese». Con l’appoggio di un ricco finanziatore, il capitalista-filantropo Peter Ackerman, ha già raccolto 22 milioni di dollari di fondi per la campagna. Ha già completato le pratiche per prenotarsi un posto nelle liste elettorali di nove Stati Usa tra cui Florida, Michigan, Nevada, Ohio. Non ha ancora selezionato il suo candidato per una semplice ragione: saranno gli elettori a farlo. Tra gli obiettivi di Americans Elect c’è proprio quello di sfidare il meccanismo delle primarie, che per sua natura coinvolge solo una base militante, e quindi non seleziona necessariamente i candidati più rappresentativi degli umori del paese. In questo senso Americans Elect si distingue dai precedenti di Ross Perot e Ralph Nader: non è un nuovo partito né aspira a diventarlo, anzi è aperto a candidature di repubblicani e di democratici. Ma vuole by-passare gli apparati dei partiti, primarie incluse, per dare la voce direttamente agli elettori nel modo più moderno possibile: le “sue” primarie avverranno su Internet. Usando ogni strumento, dalla tv digitale a Facebook e Twitter, queste primarie saranno più simili al concorso televisivo «American Idol» che al tradizionale modo di fare politica. La campagna di Americans Elect si congiunge con altri sforzi come quello del fondatore dei bar Starbucks, Howard Schultz, che promuove il boicottaggio dei contributi ai due partiti. E intercetta una frustrazione profonda degli elettori moderati per lo stallo di ogni dialogo bipartisan, come nel caso dei tagli al deficit pubblico. Per trovare un precedente in cui sia andato alla Casa Bianca un indipendente bisogna risalire molto indietro: a George Washington. Ci provò anche Ted Roosevelt, gareggiando per un terzo mandato nel 1912, e ottenne un onorevole 27,5% dei voti.
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