Ultimatum Ue: servono altre manovre

by Sergio Segio | 9 Novembre 2011 8:07

Loading

Bruxelles chiede risposte precise sulle misure promesse dal governo. Oggi arrivano gli ispettori della Bce Il segnale peggiore è arrivato dal differenziale tra i Btp e i Bund tedeschi: in serata ha sfiorato i 500 punti base, superando quota 496. Ovvero il 4,96% in più del rendimento dei Bund decennali. Ormai il rendimento dei Btp a dieci ani si appresta a superare il 7%. Oggi ci sarà  un’asta di 24 miliardi di titoli del debito pubblico. «Con uno spread così, non possiamo andare avanti», ha commentato Emma Marcegaglia con riferimento al costo di finanziamento per le imprese. Ma così non possono andare avanti neppure i conti pubblici: la maggiore spesa per gli interessi (su oltre 1900 miliardi di debito) quantificata dalla Marcegaglia in circa 9 miliardi nel 2012, rischia di far esplodere il deficit rendendo inutili le manovre (e i sacrifici ai cittadini) fin qui varate.
La conferma è arrivata da una lettera inviata al governo italiano dalla Ue il 4 novembre. Nella lettera sono formulate puntigliose richieste in 39 punti, ma soprattutto si chiede un nuova manovra perché quelle varate a luglio e agosto non sono sufficienti a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013.
La lettera, resa pubblica ieri sera da Repubblica (giudicata solo un documento di lavoro dal portavoce del commissario Olli Rehn che è il mittente) rafforza il comissariamento dell’Italia da parte della Ue. Nel testo si danno 8 giorni di tempo a Tremonti e Berlusconi per rispondere a una serie di obiezioni. Ma c’è un punto su tutti che desta inquietudine. È scritto: «Non riteniamo che il contesto economico assicuri il raggiungimento del pareggio di bilancio entro 2013, servono pertanto misure addizionali per raggiungere gli obiettivi sui conti pubblici nel 2012 e 2013. Sono già  state pianificate nuove misure e se sì, quali? Ci saranno ulteriori tagli alla spesa pubblica?». Poi seguono altri punti ognuno dei quali contiene diverse domande estremamente approfondite su tutte le politiche promesse dal governo sotto dettatura dell’Europa. Si chiedono, tra l’altro, informazioni sulla «creazione di condizioni strutturali per favorire la crescita», ma anche informazioni sullo sviluppo del «capitale umano», sulle riforme del «mercato del lavoro» sui provvedimenti per favorire la «competizione», sulla «semplificazione amministrativa», sulle «politiche infrastrutturali», sulla «giustizia» e sulle «riforme costituzionali».
Dopo la giornata di passione di lunedì, le borse europee ieri hanno chiuso tutte in positivo, ma c’è molto timore per la situazione italiana e in particolare per l’inarrestabile ascesa dello spread a un livello definito drammatico da Olli Rehn.
Lettera a parte, ieri il commissario europeo agli affari economici e monetari della Ue ha ribadito che «la Commissione è molto preoccupata per la situazione italiana». Da sottolineare che il differenziale tra i titoli di Stato italiani e gli equivalenti tedeschi ha toccato nuovi massimi e i Buoni poliennali del Tesoro pagano interessi vicini al 6,8% annuo.
Intanto è atteso per oggi l’arrivo degli ispettori dell’Unione europea e della Banca centrale europea che dovranno monitorare i progressi dell’Italia sulla strada delle «riforme». Entro novembre, invece, arriveranno i «mastini» del Fondo monetario.
Come già  accaduto lunedì, anche ieri la politica ha condizionato i trend di borsa. Il punto centrale della giornata è stato la votazione alla camera del bilancio consuntivo. Gli indici Ftse Mib e Ftse It All Share (l’indice generale) dopo una mattinata con rialzi sopra il 2%, hanno ridotto rapidamente i guadagni per chiudere con modesto rialzo dello 0,74 e 0,49% rispettivamente. Ancora una volta è stata l’incertezza a frenare le quotazioni. Il totale dei voti a favore (308, rispetto ai 316 ottenuti nella precedente «fiducia») indicano che il governo Berlusconi sta perdendo consensi e non ha più la maggioranza assoluta alla camera e quindi può andare sotto in qualsiasi momento. Soprattutto quando ci sarà  da approvare i pesantissimi impegni presi con Bce, Fmi e Unione europea. Tuttavia gli stessi voti sembrano sufficienti a Berlusconi per non dimettersi. Insomma, una situazione di stallo. E l’incertezza non è assolutamente amata dai mercati.

Post Views: 175

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/11/ultimatum-ue-servono-altre-manovre/