TRAGEDIA SENZA GOVERNO
Nessun problema, «i ristoranti sono sempre tutti pieni», dunque la crisi non esiste. Anzi, «noi pensiamo che sia una moda passeggera il fatto che i mercati si avventano sui titoli del debito».
La città del G8 del 2001 e quella del G20 2011 distano poco più di due ore di macchina, e il Presidente del Consiglio avrebbe potuto perfino tacere, in una conferenza stampa finalizzata a rintuzzare l’ennesima umiliazione per il nostro Paese, sul disastro in corso. Però poi avrebbe potuto fiondarsi a guidare i soccorsi, portare conforto alle vittime, lanciare un messaggio di presenza delle istituzioni.CONTINUA|PAGINA2 Nulla di tutto ciò è accaduto, naturalmente. Berlusconi ieri sera è rientrato a Roma e ha continuato a tacere sullo stato reale di un Paese, quello che ci si augura continuerà a guidare ancora per poche ore, che frana da ogni parte, e ormai non solo più metaforicamente.
Avrebbe potuto farlo al suo posto qualche altro autorevole esponente del governo. Ma, se la toppa può essere peggiore del buco, eccone subito le conferme. La persona più titolata (e obbligata) a intervenire sarebbe stata il ministro dell’Ambiente. Ma di Stefania Prestigiacomo si è persa ogni traccia per l’intera giornata. Solo alle 21,39 della sera le agenzie battono una nota decisiva: «Una tragedia che lascia sgomenti». Nell’apatia generale di Palazzo Chigi, altri ministri si sono sentiti in dovere di dire la loro o poco più. Come il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, l’unico al quale va il merito di aver preso un provvedimento concreto: la sospensione dello switch off per il previsto passaggio al digitare terrestre nelle zone alluvionate, una decisione che, è facile pronosticare, scorrerà via più veloce della piena del torrente Bisagno nella memoria dei cittadini. Da un pulpito di tutto rilievo come la mostra delle Forze armate al Circo Massimo di Roma apre bocca Ignazio La Russa, ministro della Difesa. Il quale, certificando che «non siamo insensibili» a quanto accaduto, denuncia «la fatalità » della tragedia ma anche «la scarsità di risorse con le quali negli ultimi decenni non si è saputo fronteggiare la cura dell’ambiente». Chi non ha saputo fronteggiare la cura dell’ambiente, onorevole La Russa?
Da un altro pulpito di rispetto, il Forum della Logistica e dell’autotrasporto alla Fiera di Milano, ecco invece il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, che pure qualche voce in capitolo potrebbe averla. Dopo aver recitato il consueto mantra sul Ponte sullo Stretto che, chissà in virtù di quale miracolo, si farà , ecco l’appello ai cittadini genovesi: «I cittadini rispettino gli avvisi della Protezione civile». Uomo avvisato mezzo salvato, dice il proverbio, ma quando il ministro lancia l’avvertimento i morti sono già sette e il disastro è compiuto.
Related Articles
Maroni: vincerò io e il Nord sarà zona franca Slitta il vertice
MILANO — La Lega è azzurra. E con il Tricolore continua ad avere qualche difficoltà : storce il naso all’idea di allearsi con i Fratelli d’Italia di Ignazio La Russa e, ad ogni buon conto, mette davanti a tutto il suo comandamento. E cioè, dice Roberto Maroni, «ci alleeremo soltanto con chi sottoscrive la nostra richiesta: nel programma della Lega è scritto che, nell’arco della legislatura, si arriverà a mantenere nei territori il 75% del gettito complessivo, imposte dirette o indirette».
FACCIAMOCI DEL MALE
Era proprio uno Tsunami. Un’onda anomale annunciata, che si abbatte però più devastante delle previsioni. Bersani è annegato. Berlusconi è ancora una volta miracolosamente sopravvissuto. Grillo surfa sulla corrente, e non si sa dove stia andando.
Il pentito tira in ballo Mancino “Il papello era destinato a lui”