Termini Imerese, il governo in campo

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ROMA – Il governo anticipa i tempi e sblocca la trattativa sul futuro di Termini Imerese. Il nuovo ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, convoca alle 10 i sindacati e alle 12 la Fiat per superare lo scoglio degli incentivi alla mobilità . Trapela l’ipotesi che il Lingotto sia disposto a mettere sul tavolo più denaro di quello che si ipotizzava contribuendo così a risolvere la situazione. Le indiscrezioni di ieri sera parlavano di un aumento di 4-5 milioni della cifra che il Lingotto sarebbe disposto a spendere per le incentivazioni.
La mossa potrebbe chiudere già  oggi la partita. Vediamo perché. Dei 1.567 dipendenti Fiat di Termini Imerese, 511 hanno i requisiti per andare in pensione entro sei anni. Altri 130 possono farlo sommando i contributi per il lavoro in Fiat ad altri contributi maturati precedentemente. In totale si tratta di 650 lavoratori che, dopo due anni di cassa integrazione e sei di mobilità , potrebbero arrivare alla pensione. Nell’ipotesi più costosa, quella in cui tutti i 630 dipendenti avessero bisogno di tutti i quattro anni di mobilità  per raggiungere la pensione, gli incentivi, secondo le tabelle presentate dalla Fiat, costerebbero circa 20 milioni (31 mila euro per lavoratore). Nelle scorse riunioni la Fiat si era detta disposta a mettere sul piatto 17 milioni. Ne mancavano 3 e a quel punto la Regione Sicilia ha annunciato, provocando non poche polemiche, che avrebbe provveduto lei. Ma nell’ultimo incontro si è avuto un colpo di scena: la Fiat ha annunciato che dei 17 milioni messi sul tavolo, 7 non sarebbero serviti per gli incentivi ma per i costi di chiusura tombale dei rapporti di lavoro (mancato preavviso, clausole di rinuncia a rivalse ecc.). A questo punto mancavano all’appello 10 milioni. Nelle ultime ore, dopo contatti informali tra Passera e Torino, la situazione si sarebbe modificata: la Fiat metterebbe oltre 21 milioni, più che sufficienti secondo il calcolo originario, ancora insufficienti in base ad un secondo calcolo con i costi di chiusura proposto dalla Fiat. Oggi la trattativa servirà  a chiudere i conti. Tra i costi che sopporterà  la Fiat c’è anche la cessione gratuita dello stabilimento e, forse, di una parte degli impianti.
Intanto in Sicilia la situazione continua ad essere molto tesa. Parlando alla Radio Vaticana il vescovo di Palermo, Paolo Romeo, ha chiesto che la politica non sia indifferente perché «la chiusura di Termini Imerese rischia di far aumentare la criminalità  organizzata nel Sud» (parole condivise da Ignazio Marino, Pd). I dipendenti dello stabilimento continuano a presidiare i cancelli impedendo l’uscita delle bisarche con le ultime Y prodotte l’altro ieri.
La realtà  della cassa integrazione non riguarderà  nei prossimi mesi i soli dipendenti dello stabilimento siciliano. Una conferma viene dal sito Linkiesta che ieri ha stimato in 300 mila le vetture che verranno tagliate negli stabilimenti Fiat nel 2012 rispetto alle previsioni di 12 mesi fa.


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