Tasse, si parte dalla casa Pensioni verso la riforma

by Sergio Segio | 21 Novembre 2011 7:40

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ROMA — Corrado Passera le misure per accelerare le infrastrutture e la liberalizzazione degli ordini professionali, insieme a Paola Severino, cui spetta anche il piano per la riforma degli uffici di giustizia. Elsa Fornero i nuovi interventi sulle pensioni, il mercato del lavoro e la fusione degli istituti previdenziali pubblici, Inail compresa. Fabrizio Barca il piano per la riprogrammazione dei fondi comunitari, Anna Maria Cancellieri l’accorpamento degli uffici di governo. Il neo presidente del Consiglio, Mario Monti, avvia la sua missione in Europa e oggi, prima di volare a Bruxelles, assegnerà  ai suoi ministri i primi, precisi compiti. L’idea del premier è quella di predisporre un piano d’urto per la crescita che prenda avvio dal primo gennaio dell’anno prossimo.
Per fine dicembre i provvedimenti dovranno essere approvati e andranno messi a punto rapidamente dai ministri competenti. Insieme alle misure che predisporrà  lui stesso per garantire la tenuta del bilancio: il piano per la riduzione del debito pubblico, le nuove misure per combattere l’evasione con l’abbassamento del limite all’uso del contante, e soprattutto gli eventuali tagli di spesa e aumenti delle tasse per fronteggiare un più che probabile scostamento del deficit pubblico dagli obiettivi concordati con la Ue.
Ieri il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha lanciato un avvertimento molto chiaro al nuovo premier. «La reintroduzione dell’Ici sulla casa non può essere il punto di partenza. Si può fare un riordino della tassazione sulla casa solo dopo aver modificato i pesi dell’imposizione fiscale, partendo da un’imposta sui grandi patrimoni» ha detto la Camusso. A Silvio Berlusconi sta bene una tassa “simile” all’Ici e dice un no secco alla patrimoniale, ma nel Pdl in molti, per primo Renato Brunetta, non vogliono né l’una né l’altra.
Il presidente del Consiglio ha però già  detto chiaramente che la tassazione sulla casa in Italia è troppo bassa, e che l’esenzione dell’abitazione di residenza è un “unicum” in tutta Europa. L’Ici tornerà , con il nuovo nome di Imu già  dal primo gennaio 2012 e sarà  articolata in funzione del reddito, del numero dei componenti del nucleo familiare e, in qualche modo, del patrimonio. Nello stesso tempo il governo potrebbe procedere alla rivalutazione delle rendite catastali, i valori sui quali si pagano le tasse sugli immobili. Dalla revisione delle imposte sull’abitazione potrebbero derivare come minimo 5 miliardi di euro, ma anche quattro volte di più se il governo decidesse di allineare i valori “virtuali” delle rendite catastali a quelli effettivi di mercato. Per fare cassa, sono sempre pronte l’aumento di un punto delle aliquote Iva del 10 e del 21% (6 miliardi) e delle accise (4 miliardi), che potrebbero compensare i tagli all’assistenza (o alle detrazioni fiscali) per 4 miliardi di euro già  iscritti nel bilancio 2012.
Sempre dal primo gennaio, secondo il piano a tappe forzate che oggi Monti illustrerà  in Consiglio dei ministri, dovrebbero scattare i nuovi correttivi al sistema previdenziale. Partirebbero subito sia l’agganciamento automatico dell’età  pensionabile alle speranze di vita che i nuovi coefficienti di rivalutazione. E scatterebbe una nuova soglia mobile per scoraggiare, con incentivi e disincentivi basati sull’adozione del sistema contributivo pro-rata, o puro, i pensionamenti d’anzianità . La riforma sarebbe accompagnata da una revisione dei contributi previdenziali per i lavoratori part-time e per gli autonomi, ma anche dalla riforma degli ammortizzatori sociali.

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