by Sergio Segio | 23 Novembre 2011 22:00
Roma –Sono 4700 le persone uscite dal carcere grazie alla legge “svuota carceri” (la n.199/2010) di cui 3844 sono uscite dallo stato di detenzione e 856 sono stati condannati ai domiciliari dalla libertà . I dati sono aggiornati al 15 novembre 2011 e sono nettamente inferiori alle stime che erano state previste dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, che sul sito del Piano Carceri dice: “il numero di persone che potranno beneficiare del provvedimento, la cui concreta operatività è rimessa al vaglio della magistratura di sorveglianza, è di 9.610 (circa 4500 stranieri)”. Al 31 ottobre 2011 sono 67.510 i reclusi in Italia, di cui 6.661 nel Lazio, in 206 istituti (14 nel Lazio) con una capienza regolamentare di 45.572 posti (4.855 nel Lazio). I detenuti stranieri (36,23%) sono 24.458 (2.585 nel Lazio), le donne 2.845 (431 nel Lazio). I dati sono in parte desunti dalle statistiche del Dap e dal rapporto presentato da Antigone.
Partendo dal dato sulla svuota carceri, Luisa Prodi, presidente del Seac, muove critiche al Piano carceri, in occasione del 44esimo convegno del volontariato penitenziario sulle misure alternative alla detenzione. “La svuota carceri, che permette di trascorrere agli arresti domiciliari l’ultimo anno di carcere non è servita per i 9.610 detenuti che potevano usufruirne – ha affermato nel corso del suo intervento – sul Piano carceri abbiamo espresso perplessità , prima di spendere soldi in faraoniche opere di costruzione bisogna mettere mano al codice penale, senza contare che la costruzione di nuovi padiglioni in molti penitenziari ha sacrificato spazi di socialità e per le attività ricreative, né è aumentata la dotazione di operatori”. Secondo la presidente del Seac, “c’è un’emergenza assillante dalle imprevedibili ricadute, si respira un’aria giustizialista, l’opinione pubblica chiede sempre più carcere”.
Per rispondere all’emergenza e al sovraffollamento, il Cooridnamento enti e associazioni volontariato penitenziario, chiede di aumentare le misure alternative e la revisione del codice penale. Affidamento in prova ai servizi sociali, messa alla prova, semi-libertà sono le tipologie di intervento possibili. “Gli arresti che durano due notti inatasano il carcere, perché prevedono con il primo ingresso il letto, il cibo e il colloquio – ha spiegato Prodi a margine dell’incontro – il piano carceri ha stanziato 650 milioni di euro e non è partito, va a sfavore della riabilitazione. Cento milioni di euro sono stati presi dalla cassa delle ammende, quei soldi dovevano essere usati per la riabilitazione non per l’edilizia carceraria”.
Maria Claudia Di Paolo, provveditore regionale Amministrazione penitenziaria del Lazio, ha fornito i dati relativi alla regione, aggiornati al 15 novembre. Nel Lazio le persone uscite con la svuota carceri sono state complessivamente 379 di cui 334 dallo stato di detenzione e 45 condannate ai domiciliari dalla libertà . Nel Lazio i condannati che scontano la pena con misure alternative sono 1694, il 10% del dato nazionale di 18.567. Di questi, il dato nazionale è di 9.618 in affidamento in prova al servizio sociale (sono 746 nel Lazio); 864 in semilibertà in tutta Italia (72 nel Lazio) e 8.283 su tutto il territorio nazionale sono agli arresti domiciliari, di cui 876 si trovano nel lazio. Il 99,69% dei condannati in misura alternativa nel Lazio non ha commesso reati nel primo semestre del 2011, la media nazionale si attesta sul 99,46%. Le revoche riguardano prevalentemente l’Affidamento terapeutico. (rc)
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