Spread di nuovo in tensione a 490 rendimenti record all’asta dei Btp
ROMA – Mercati in affanno, tornano le tensioni. A poche ore dall’incarico a Mario Monti, la Borsa perde l’1,99%, gli spread riagganciano quota 500, prima di ripiegare e i Btp vengono collocati con rendimenti del 6,29%, il massimo dal 1997. Nervosi, gli operatori aspettano di conoscere il programma del nuovo governo, vogliono vedere se e quali riforme il Professore riuscirà a fare. «Sono sicuro che i mercati avranno pazienza, temperata con la razionalità », dichiara il presidente incaricato a tarda sera, quando le piazze finanziarie italiane sono già chiuse.
Consapevole dell’incertezza che pesa sulle contrattazioni, Monti continua dunque i suoi colloqui politici, mette a punto la sua «agenda» e si tiene in stretto contatto telefonico con le autorità Ue, da Barroso a Van Rompuy. Del resto, la diagnosi di Bruxelles sui mali nazionali «non cambia solo perché è cambiato il governo», come puntualizza il Commissario Olli Rehn. E infatti gli ispettori Ue e Bce continuano il check up dei conti in una missione che ora s’apprende essere senza fine e neppure unica. Sono in arrivo anche i vigilantes del Fmi. E, non ultimo, la Bce dimezza gli acquisti di titoli di Stato italiani, con il neopresidente della Bundesbank Weidmann che ricorda: l’Istituto «non può e non deve» risolvere i problemi di solvibilità degli stati in difficoltà . Analogo niet anche dal ministro Schaueble.
Riemergono quindi i timori sulla crisi del debito sovrano, aggravati anche dalla prospettiva di una recessione europea secondo le stime Eurostat e dal pessimismo sulle prospettive economiche certificato dall’Ocse. La speculazione pare dirigersi pure verso la Spagna, dove i «bonos» volano sopra il 6%, il massimo da agosto. Anche il Cancelliere tedesco Angela Merkel guarda con preoccupazione al momento difficile che sta vivendo Eurolandia. Ecco, è in questo clima che il Tesoro deve piazzare l’ormai famosa asta di Btp quinquennali, considerata un test: vengono collocati 3 miliardi di titoli, la domanda è di 4,4 miliardi, ma il tasso schizza al record di 6,29%. La Borsa, prima apre benino, poi vira sul negativo, appesantita anche dal tonfo di Unicredit. E lo stesso andamento lo seguono gli spread. I differenziali dei titoli di stato decennali si allargano nuovamente a 500 punti, per poi scendere attorno a 492. L’effetto-Monti, beninteso, c’è ancora: solo che i circa 100 punti di ridimensionamento degli spread, registrati venerdi, si sono ora ridotti a 85.
Gli esperti dicono di temere i tanti distinguo politici che stanno emergendo in queste ore di consultazione. Vogliono, vorrebbero, fatti concreti subito: dalla nuova manovra, alla riforma fiscale, dalle liberalizzazioni ai ritocchi delle pensioni. Monti ci sta lavorando su. Giudica «prematuro» fornire qualsiasi dettaglio. Perciò, in assenza di notizie certe, i mercati guardano con ansia a certe affermazioni, come quella di Bill Gross, fondatore di Pimco, il maggior fondo comune al mondo, secondo cui l’Italia resterebbe in difficoltà anche con un nuovo governo che mettesse in pratica misure di austerity. Le sue parole hanno pesato sui mercati, influenzando in negativo le Borse di mezza Europa: Madrid, in particolare, perde il 2,15%. Ma il segno meno compare anche a Francoforte, a Londra, a Parigi e a Wall Street.
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