Solo un emendamento anti-crisi Napolitano blocca il decreto conteneva misure non urgenti

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ROMA – Il Consiglio dei ministri convocato ieri sera per permettere al governo di arrivare a Cannes, stamattina, con un pacchetto di misure anti-crisi, alla fine ha scelto la strada «soft». Non c’è stato alcun decreto, come da diverse fonti anticipato: le misure da portare in Francia – al tavolo del G20 – per convincere l’Europa e il mondo intero che l’Italia fa sul serio sono state inserite in un maxiemendamento alla Legge di Stabilità  tuttora in discussione al Senato.
A tale risultato si è arrivati dopo due ore scarse di vertice, precedute da una giornata carica di tensioni e confusioni. A partire, appunto, dallo strumento legislativo da adottare: il decreto – ha assicurato il ministro Matteoli – si farà  in un secondo tempo, assieme ad un disegno di legge. A bloccare, ieri sera, lo strumento più forte sarebbe stato in primo luogo il Quirinale, preoccupato sia per una serie di provvedimenti che erano inseriti nel pacchetto d’urgenza anche se non attinenti allo sviluppo, sia per alcune norme che trattavano di giustizia e licenziamento «facile», materia sul quale il Colle vuole si cerchi la più ampia condivisione.
In realtà , la formula del decreto non piaceva nemmeno al ministro Tremonti, convinto che l’iter dell’emendamento alla Legge di Stabilità  possa essere considerato più «sicuro». Detto ciò – anche su questo punto – le due ore di Consiglio devono essere state poco tranquille se, all’uscita dal vertice, il ministro Calderoli deluso per la strada scelta, ha così commentato: «Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli».
Dalle forme ai contenuti: per tutta la giornata, ieri, si sono rincorse voci che davano per certa l’introduzione, nell’eventuale decreto, di una patrimoniale, il ritorno dell’Ici sulla prima casa, il ricorso di un prelievo forzoso del 5 per mille sui conti correnti. Ipotesi poi rivelatesi infondate, ma che hanno caricato di ulteriore ansia il dibattito. Nel maxiemendamento non ci sono nemmeno le norme sui licenziamenti di cui parlava la lettera inviata dal governo a Bruxelles. C’è invece un pacchetto di liberalizzazioni, dismissioni del patrimonio pubblico, interventi a sostegno del Sud e del lavoro di donne e giovani. «Il maxi emendamento al ddl Stabilità  recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal presidente del Consiglio nella sua lettera all’Unione Europea» si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi.
Per capire se la formula e i contenuti individuati conquisterà  il G20 e soprattutto i mercati bisognerà  aspettare gli andamenti delle Borse di oggi. Certo è che la strada percorsa non convince affatto né i sindacati, né l’opposizione. «Per quel poco che filtra, si conferma ancora di più la convinzione di quanto sia inadeguato e dannoso questo governo. Il Paese si presenta ai mercati e al G20 senza una guida credibile» ha commentato Susanna Camusso, leader della Cgil. «Siamo assolutamente lontani da quanto ci vorrebbe» dice il Pd.


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