Smog, le capitali si dividono a Roma le targhe alterne

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MILANO – Non respirano più, le grandi città . La cappa dello smog assedia le metropoli da ormai troppi giorni. E, soprattutto, previsioni meteo alla mano, non accenna a volerle liberare. Un’emergenza che accomuna Milano, dove i veleni sono oltre i limiti da quindici giorni, e Roma. Che si dividono, però, sulla cura. Perché se la Capitale ha deciso di far adottare le targhe alterne, Milano insieme a 70 Comuni della Provincia ha detto “no”: meglio un pacchetto che punta allo stop della circolazione dei vecchi diesel Euro 3, ma anche ad abbassare di un grado (da 22 a 21 gradi) e di un’ora il riscaldamento e all’obbligo per i negozi di tenere le porte chiuse.
Medicine diverse per uno stesso problema. Il provvedimento di Milano ricalca un’ordinanza che il Comune avrebbe dovuto far partire ieri. Con una differenza sostanziale, però: l’amministrazione guidata da Giuliano Pisapia ha fatto marcia indietro sulla misura più drastica del blocco per tutti i veicoli all’interno del centro storico. I mezzi pubblici non avrebbero assorbito l’aumento dei passeggeri. È così che in Provincia sono stati chiamati a raccolta da Pisapia e dal presidente Guido Podestà , tutti i sindaci del Milanese. Ne sono arrivati una settantina, la metà . La speranza, però, è che le misure siano prese anche da altri. Sul tavolo c’erano le targhe alterne, che sono state bocciate. Da domani fino a venerdì e lunedì e martedì della prossima settimana, invece, verrà  limitata (dalle 8.30 alle 18) la circolazione dei diesel Euro 3 senza filtro antiparticolato. I veicoli commerciali potranno muoversi dalle 10 alle 18. Nel mirino le caldaie, che dovranno essere abbassate di un grado e tenute accese un’ora in meno al giorno. Per i negozi, porte rigorosamente chiuse. Per il sindaco Pisapia si tratta «di un piccolo passo necessario per fare grandi passi». Ma per l’assessore regionale all’Ambiente Marcello Raimondi, il blocco degli Euro 3 darà  «un apporto non rilevante». E l’ex vicesindaco del Pdl Riccardo De Corato attacca: «Questa giunta ha fatto un passo indietro rispetto a noi».
Targhe alterne, invece, è il provvedimento preso da Roma. Il sindaco Gianni Alemanno ci ha ripensato e giovedì prossimo nella capitale si fermano le dispari dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 21, all’interno della fascia verde, un’area vasta quasi quanto la città  compresa dentro il raccordo anulare. E per venerdì si profila la replica, con il divieto per le pari, perché l’alta pressione condanna al ristagno i veleni dell’aria. Sono le prime targhe alterne dell’era Alemanno, che per tanto tempo ha definito «inutili e vessatori» i provvedimenti di stop al traffico privato. Arrivano dopo tre anni di mandato e seguono la domenica di blocco totale del 20 novembre, anche questa una novità  assoluta per la giunta. Il Campidoglio si arrende alle polveri sottili che non danno tregua. Dopo una breve pausa regalata dalla pioggia, Pm10 e biossido di azoto sono tornati alle stelle. E il piano antismog del nuovo assessore all’Ambiente, varato l’estate scorsa, prevede le targhe alterne al sesto giorno consecutivo di superamento delle polveri sottili, e continua con le targhe alterne anche il settimo giorno se il Pm10 è ancora sopra il limite di 50 microgrammi per metro cubo. Se poi il sesto giorno coincide con la domenica, allora blocco totale.
Legambiente Lazio plaude, ma chiede interventi strutturali: «Il Comune deve fermare i pullman nel centro, aumentare il costo della sosta tariffata, realizzare nuove corsie preferenziali per il trasporto pubblico ed estendere la ztl fino alle ore 21 tutti i giorni e nel week end fino alle 3 di notte». Il Codacons chiede l’happy hour del trasporto pubblico: fasce orarie in cui sia possibile viaggiare gratis sui mezzi pubblici nei giorni dei blocchi e delle targhe alterne.


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