Se il leader è vegetariano

by Sergio Segio | 5 Novembre 2011 8:06

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Certo, dal Medioevo a oggi molte cose sono cambiate, ma i luoghi comuni sono duri a morire visto che, come diceva il filosofo nonché convinto animalista Jacques Derrida, l’opinione corrente non premierebbe un candidato che si dichiara vegetariano perché si pensa ancora che «un capo deve essere carnivoro».
Pochi giorni fa, sul New York Times, un’altra filosofa, Kelly Oliver, tornava a porsi il quesito. Facendo notare che amare troppo gli animali può far apparire strani o addirittura malati di mente. O, riprendendo una battuta del film «Legally Blonde 2» (in cui la bionda Reese Witherspoon, a Washington, propone una legge contro i test su animali), «dove c’è un cuore tenero, c’è una mente debole».
Ma è proprio così? Forse no, visto il numero di politici che hanno cani a cui sono molto affezionati. Come Bill Clinton e il suo labrador Buddy, l’unico essere vivente che gli mostrava affetto durante i giorni tremendi dello scandalo Lewinsky. Anche in Germania, i leader politici hanno dei cani: Schrà¶der un terrier, Kohl un pastore tedesco, Igo, che faceva le feste agli uomini della Cdu, ma abbaiava contro i socialisti. Lo stesso Adenauer, padre della rinata Germania, aveva una passione per i rottweiler: Caesar e poi, dopo la sua morte, Brando. Churchill si faceva ritrarre con il suo barboncino Rufus e Mitterrand con l’adorata labrador Baltique; anche Putin ha un labrador e Obama ha comprato un cane per le figlie. Una storia a sé la merita Humphrey, il gatto di Downing Street 10, sede del primo ministro inglese, insignito del titolo di Chief Mouser of the Cabinet Office (Primo acchiappatopi dell’ufficio del premier). Arrivò nel novembre ’89, negli ultimi mesi della Thatcher, e rimase lì tutto il periodo di John Mayor che lo adorava a tal punto da difenderlo ufficialmente da quanti lo accusavano di uccidere pettirossi e anatre nel vicino parco di St. James.
Ma quando i Blair s’installarono a Downing Street, per Humphrey le cose cambiarono: Cherie Blair non lo sopportava, secondo la versione ufficiale era allergica, comunque fu obbligata a farsi fotografare con Humphrey. Il quale però, poco dopo, fu allontanato e affidato a un anonimo volenteroso che se lo prese in casa. Sospettosi, gli inglesi pensavano che lo avessero eliminato e che Blair fosse un bugiardo, così, per smentire le voci, fu diffusa una foto di Humphrey seduto sui giornali con la data. Quando morì, nel 2006, si meritò commossi obituaries.
L’«affair Humphrey» — che sulla stampa britannica ebbe un’attenzione quasi pari alla frase di Blair sulle armi di distruzione di massa di Saddam pronte a essere impiegate in pochi minuti — dimostrava che riguardo agli animali la distinzione destra-sinistra non regge. Erano i Tories, fanatici sostenitori della caccia alla volpe, che si preoccupavano della salute del gatto di Downing Street. Del resto, se l’ultradestra Sarah Palin spara a grizzly e alci, noi abbiamo Michela Vittoria Brambilla, amica di cani, gatti e altri animali e un po’ meno degli immigrati. Anche nel Parlamento italiano, l’amore per gli animali è trasversale. Hanno cani Gasparri e Marco Rizzo, Alessandra Mussolini e Rutelli, Buttiglione, che andava a «Porta a porta» con il suo husky Teo, e Gianrico Carofiglio che in un suo libro ha voluto un cane col nome del suo primo bastardino. Di Mario Monti si racconta che quando nel 2004 Berlusconi gli propose il ministero dell’Economia, lui uscì per portare a spasso il suo golden retriever e, forse dopo essersi consultato con lui, rispose no. Però è altrettanto vero che Jean-Marie Le Pen vive con due doberman, e che Hitler adorava i pastori tedeschi, uno dei quali lo seguì nel bunker fatale. Hitler, inoltre, era vegetariano.
Per quanto riguarda il vegetarianesimo, invece, il politico italiano è molto più tiepido. Abbiamo, è vero, Umberto Veronesi che ha proclamato in più occasioni la sua scelta etica. Senza dimenticare di sfatare certi pregiudizi sulla necessità  della carne: guardate i gorilla, dice, sono forti e muscolosi e sono rigorosamente vegetariani. Ma poi, stando alle dichiarazioni pubbliche, troviamo solo Gabriella Carlucci, Pdl convinta e Roberto Castelli, invece, ha deciso di non mangiare più carne — il coniglio era il suo piatto preferito — però mangia pesce. Per il resto, tutta la compagine politica è molto più sensibile al richiamo di chef e ristoranti, nessuno dei quali pratica una dieta senza carne né pesce. E Berlusconi? Adora la tagliata e non lo abbiamo mai visto con un cane o un gatto. Carnivoro, senza nessuna passione per animali: oddio, e se fosse davvero il Cavaliere il leader erede di Carlo Magno e Riccardo Cuor di Leone?

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