by Sergio Segio | 10 Novembre 2011 8:09
Per questo, la scienza deve essere mobilitata e deve essere inclusiva” – sottolinea la Direttrice generale dell’Unesco. “Dobbiamo attingere a tutte le voci e a tutte le fonti di esperienza, incluse le conoscenze locali e indigene”.
“Il percorso per la sostenibilità economica e ambientale ha come via maestra il disarmo” – sostiene Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo, che terrà una relazione su questo tema alla Conferenza Mondiale di Science for Peace in programma a Milano il 18 e 19 novembre: “Se investiamo un miliardo di dollari nella difesa abbiamo 11mila nuovi posti di lavoro; 17mila se lo impegniamo nelle energie rinnovabili, 29mila nel settore dell’educazione”. “Invece, nel 2002 il nostro paese si è impegnato ad acquistare 131 caccia-bombardieri F-35[1]: una dozzina di aerei l’anno dal 2013 al 2024 per la modica cifra di 122 milioni a velivolo, cifra in crescita man mano che lo sviluppo dei nuovi caccia procede tra mille intoppi. In dieci anni e oltre 15 miliardi di spesa, l’investimento negli F-35 creerà solo 600 posti di lavoro” – fa notare Vignarca in una recente intervista[2].
Giunta alla terza edizione, la Conferenza Mondiale di Science for Peace[3], promossa dalla Fondazione Umberto Veronesi, radunerà anche quest’anno scienziati, ricercatori, personalità del mondo dell’economia, della cultura, dell’arte per un ampio confronto sui diversi aspetti che compongono il grande tema della “scienza per la pace”. Sul tavolo le numerose sfide del nostro tempo: dall’accesso all’acqua e al cibo alla prevenzione e cura della grandi malattie; dalla gestione delle crisi alla soluzione pacifica dei conflitti; dal compito della scienza, dell’economia e delle moderne tecnologie per la promozione della pace all’impegno urgente per il controllo del commercio delle armi, Alla conferenza parteciperanno il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi e Brian Wood in rappresentanza di Amnesty International; l’afghana Suraya Pakzad, rappresentante di Voice Women Organization, il presidente dell’Accademia delle Scienze del Pakistan, Atta-ur-Rahman e il Nobel per la medicina 2008, Harald zur Hausen, per citare solo alcuni dei numerosi relatori.
“La scienza e ricerca per la pace e lo sviluppo restano purtroppo le cenerentole in termini di investimenti – evidenzia il comunicato di Science for Peace. Ogni anno nel mondo si spende sempre di più per dotarsi di armi (dal 2000 al 2009 le spese militari mondiali sono cresciute del 50% arrivando all’enorme cifra di 1.531 miliardi di dollari annui, circa il 2,7% del PIL mondiale) mentre gli investimenti pubblici in ricerca, in sviluppo e per la salvaguardia del mondo non crescono, anzi in molti casi diminuiscono: la spesa per investimenti pubblici e privati in ricerca non è sostanzialmente variata dal 2000 al 2006 nei Paesi OECD, mentre gli investimenti in cooperazione allo sviluppo sono diminuiti passando dallo 0,51% allo 0,31% del Reddito Nazionale Lordo.
“Proprio per questo è urgente anche un controllo degli investimenti, sia pubblici che privati, all’industria militare ” – sottolinea ancora Vignarca. Un passo importante in questa direzione è il “Codice di responsabilità in materia di finanziamento al settore degli armamenti” (in .pdf[4]) elaborato, dopo due anni di intenso confronto, dal gruppo di lavoro Banche e Società Civile[5] di Science for Peace. “Il codice indica non solo dei principi e degli obiettivi, ma anche criteri ed impegni specifici per cercare di andare oltre le prescrizioni di legge e favorire la massima trasparenza possibile sui servizi e sui finanziamenti al settore militare” – aggiunge Vignarca. “Aderendo al Codice le Organizzazioni del settore finanziario si impegnano perciò a stabilire procedure interne per l’attuazione dei criteri esplicitati nel Codice e a fornire annualmente una rendicontazione pubblica e completa sulla loro applicazione e sull’operatività svolta in materia. Nella convinzione – come ci ricordano le Nazioni Unite – che esiste una ‘relazione simbiotica tra disarmo e sviluppo’: il disarmo, cioè, è la via maestra per lo sviluppo”.
Di finanza e armamenti si parlerà anche nel convegno promosso dalla Tavola della pace di Bergamo che si terrà dopodomani, sabato 12 novembre (dalle 9.00 alle 13.00) presso l’Università di Bergamo dal titolo“Finanza e armamenti: la responsabilità sociale degli Istituti di Credito nel commercio delle armi[6]”. Il convegno metterà a confronto docenti ed esperti di economia aziendale, esponenti dell’associazionismo pacifista e dirigenti del settore di responsabilità sociale di diversi istituti di credito per fare il punto della situazione, partendo dall’analisi dei dati e delle esperienze in atto[7] che rappresentano per diversi aspetti anche delle “buone pratiche” di chiara rilevanza etica. [GB]
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