S&P taglia Fonsai, allarme solvibilità
MILANO – Fonsai è ormai un titolo spazzatura. S&P ha abbassato il rating del gruppo da BBB- a BB+ (identico destino per Milano Assicurazioni) mettendo il gruppo in creditwatch negativo. Non sono esclusi altri tagli, fino a tre gradini, se la situazione del gruppo non dovesse migliorare, se resterà la «sempre più limitata adeguatezza patrimoniale e posizione di solvibilità del gruppo» che ha portato al taglio attuale.
Una debacle, per la compagnia assicurativa, soprattutto sotto il profilo dei margini di solvibilità , dopo le perdite registrate nei primi nove mesi dell’anno. La decisione di S&P riflette le aspettative dell’agenzia che il gruppo probabilmente registrerà perdite nel quarto trimestre superiori alle sue stime (i tecnici di S&P avevano preventivato 150 milioni di rosso per il 2011, ma nei primi nove il gruppo ne ha già segnate 178,6) con il conseguente peggioramento della patrimonializzazione e del margine di solvibilità . A questo punto, S&P ritiene che la situazione sia particolarmente debole, per la compagnia di assicurazioni, che avrebbe difficoltà a ritornare sul mercato dopo il recentissimo aumento di capitale e viste le difficoltà di Premafin non è nelle condizioni di ricevere sostegno finanziario neanche dalla controllante.
Ma il Solvency margin al 111%, come è stato appena annunciato, è troppo poco (anche ammesso che da qui a fine anno non scenda ancora) sia per gli obiettivi che si è dato il gruppo in sede di aumento di capitale sia per le richieste dell’Isvap. Che sotto quota 100 fa scattare il cartellino rosso, ma già sotto il 120 comincia a storcere il naso. E ora siamo a 111, utilizzando il Milleproroghe (cioè la possibilità di non contabilizzare le perdite sui titoli di Stato). La società ieri ha ribadito di «avere allo studio operazioni aventi ad oggetto asset del gruppo» per riportare in tempi brevi il Solvency margin a livelli più accettabili, ma il contesto non è certo favorevole alle dismissioni (a prezzi tali da non far segnare minusvalenze). Resta tutto sommato più praticabile l’ipotesi di un nuovo aumento di capitale, dopo che quello precedente è stato praticamente inghiottito in pochi mesi. Senza contare che nell’ultimo trimestre dell’anno ci saranno le nuove misure di rafforzamento delle riserve (di quelle relative agli anni passati e di quelle in corso): nei primi nove mesi il peso di questa voce è stato pari a 480 milioni, si vedrà quanto verrà scritto in bilancio a fine anno. Ma per la famiglia Ligresti si preannunciano tempi difficili.
Related Articles
Pensioni. Il governo blinda i 67 anni, ma c’è incognita emendamenti
Mobilitazione Cgil sarà virtualmente nazionale: Camusso in video nelle 5 piazze
Trattato europeo sui bilanci Inglesi e cechi restano fuori
Firmata una dichiarazione su lavoro e crescita
CHI NON PAGA LA CRISI
È una piramide con una base sempre più larga e un vertice più sottile quella che emerge dai dati di Bankitalia sulla distribuzione dei redditi e della ricchezza.