Salta il taglio delle detrazioni 20 miliardi da trovare in due anni
ROMA – Oggi il primo consiglio dei ministri, domani il primo incontro a Bruxelles da dove emergeranno indicazioni fondamentali per il varo dei pacchetti d’emergenza per risollevare l’Italia dalla crisi. Tre i temi nel dossier che Monti porterà in Europa: domani con Barroso e Van Rompuy confermerà gli impegni presi da Berlusconi, l’attuazione della manovra di agosto ed esporrà il programma economico del nuovo governo con ulteriori dettagli rispetto all’intervento in Parlamento; in seconda battuta affronterà il tema della ricapitalizzazione delle banche italiane sostenendo che le risorse chieste sono eccessive; giovedì con Merkel e Sarkozy infine cercherà di convincere i tedeschi sulla necessità di creare gli eurobond e metterà sul tavolo la difesa dell’attuale assetto statutario e operativo della Bce.
Il weekend è stato di lavoro e di intensi contatti tra il premier e gli apparati tecnici: le prime valutazioni stanno facendo emergere la necessità di un intervento dovuto alla riduzione del Pil del 2012 e alla maggiore spesa d’interessi dovuta alla tempesta degli spread che potrebbe assestarsi intorno agli 11-12 miliardi. Ma la manovra dovrebbe farsi carico anche dell’emergenza-delega: il provvedimento che dovrebbe dare 4 miliardi il prossimo anno e 20 nel 2013 è sottoposto ad una clausola di salvaguardia che introduce una serie di tagli lineari del 5 e del 10% su detrazioni fiscali fondamentali come quelle per il lavoro dipendente e i carichi di famiglia. Ebbene dal prossimo 1° gennaio, se non interverranno nuove misure o interventi sull’assistenza Inps molto dolorosi, la delega sarebbe di fatto operativa e i sostituti d’imposta dovrebbero cominciare a calcolare sulle buste-paga agevolazioni assai più leggere con il risultato di una operazione di taglio dei redditi enorme e generalizzata. Per questo motivo il governo si appresta a sostituire i 20 miliardi in due anni con nuove entrate (e può in parte attuare la delega tagliando alcune agevolazioni marginali come palestre e spese veterinarie).
A questo scopo potrebbe servire, oltre ai tagli e ai risparmi di spese, anche il gettito della doppia manovra su Super-Imu e Iva, la cui destinazione primaria resta il taglio delle tasse su lavoro e imprese. Per l’Imu si prevede il pagamento su prime e seconde case e l’aumento delle rendite catastali che sarà mitigato con relative detrazioni Irpef più alte per i redditi più bassi (da 103 fino a 250 euro) o con una progressività della rivalutazione in base alle categorie d’estimo. Sull’Iva si ragiona sull’aumento, oltre dell’aliquota del 21 anche di quella del 10%. Parte del gettito delle due misure (9,4 miliardi Super Imu e 8-9 l’Iva) sostituirebbe il risparmio della delega assistenziale che altrimenti si rileverebbe una bomba dal punto di vista dell’equità e della crescita.
Si lavora anche sui tagli e sui risparmi. In questa chiave, oltre all’introduzione del pro-rata per le pensioni (che darebbe 2-3 miliardi), è allo studio l’anticipo dell’introduzione dei costi standard per Comuni e Province: i risparmi potrebbero raggiungere i 3-4 miliardi. Stesso discorso sull’accorpamento delle sedi periferiche dello Stato: 1,2 miliardi.
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