Rifugiati Lgbti: ogni anno sono circa 10 mila in Ue
ROMA – Sono circa 10 mila ogni anno le richieste di asilo nell’Unione Europea presentate da persone LGBTI (Lesbiche, gay, bisessuali e trans), provenienti da almeno 104 paesi: è quanto emerge dalla ricerca “Fleeing Homophobia. In fuga dall’omofobia: domande di protezione internazionale per orientamento sessuale e identità di genere in Europa”, cofinanziata dal Fondo Europeo per i Rifugiati e realizzata dall’Università di Amsterdam, Coc Paesi Bassi, Hungarian Helsinki Committee, Avvocatura per i Diritti LGBT-Rete Lenford ed European Counil on Refugees and Exiles. Per la prima volta, sono state studiate legislazioni e prassi dei 27 Paesi dell’Unione. “Il dato si può stimare basandosi sui dati provenienti da Belgio, Norvegia, Olanda e Svezia, gli unici a disporre di statistiche sulle richieste di asilo, mentre gli parte Paesi dell’Unione non raccolgono questi dati”, spiega Simone Rossi (Avvocatura per i Diritti Lgbt – Rete Lenford), citando i risultati della ricerca, che sarà presentata in occasione di un convegno Palermo, il 25 e 26 novembre.
L’indagine evidenzia da un lato i passi avanti compiuti negli ultimi anni nella legislazione relativa alla protezione delle persone LGTBI, dall’altro denuncia la forte disomogeneità tra i diversi paesi dell’Unione e la mancanza di uno standard comune nell’applicazione della legge sui rifugiati. Un problema che tuttavia, negli ultimi anni, sta ricevendo una crescente attenzione, come dimostra la pubblicazione, nel giugno scorso, di un rapporto del Commissariato per i diritti umani del Consiglio d’Europa sulle discriminazioni subite da persone LGBTI. Sono tuttavia ancora pochi i dati riguardanti questo fenomeno.
“La ricerca ha fatto emergere che le poche pubblicazioni sulle tematiche della protezione internazionale delle persone LGBTI condotte fino ad oggi hanno riguardato prevalentemente i casi di uomini gay – spiega ancora Simone Rossi- Ciò si potrebbe spiegare con la minore evidenza che hanno le persecuzioni di persone lesbiche, transessuali e intersessuali rispetto a quelle a cui sono sottoposti i gay. Quando l’attivista ugandese gay David Kato è stato ucciso il 26 gennaio 2011, i media, le organizzazioni e le/i funzionarie/i appartenenti alla società civile sono venuti immediatamente a sapere dell’omicidio, e l’hanno condannato. Tuttavia, non molti sanno quante/i transessuali vengono assassinate/i nel mondo: da gennaio 2008 a dicembre 2010 sono stati denunciati 539 omicidi di persone transessuali. Molti altri non sono stati neppure denunciati”.
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