“Telecom, più banda larga in Italia e Brasile”
MILANO – Telecom Italia sembra uscita definitivamente dal guado. Il debito è sceso più del previsto, a 29,5 miliardi, il mobile in Italia sta invertendo la tendenza negativa, il Brasile e l’Argentina marciano a pieno ritmo e la riorganizzazione interna varata la scorsa primavera sta portando i suoi frutti. L’unica cosa che manca è lo sprint sul titolo (ieri ha guadagnato il 5,32%), che rimane sotto i livelli di inizio anno. Ma il presidente Franco Bernabè appare molto più rilassato rispetto a qualche tempo fa.
Dottor Bernabè la decisione maturata nell’aprile scorso che ha portato Marco Patuano a occuparsi del business Italia è vincente?
«Direi proprio di sì, il mobile in Italia sta registrando un aumento di clienti e di volumi e la riduzione del fatturato sta diminuendo mese dopo mese, al netto della riduzione del 20% dei prezzi di terminazione. L’organizzazione è molto razionale: tre responsabili di paese, Patuano per l’Italia, Luciani in Brasile e Bertone in Argentina e Mangoni alla finanza. La macchina marcia bene».
Telefonica sta soffrendo non poco per la ristrutturazione sul mercato spagnolo. Voi avete in programma altri tagli dei costi?
«Sui costi del personale c’è un accordo con i sindacati che scade l’anno prossimo. Quindi vedremo come affrontare i problemi con i sindacati al momento opportuno. Il processo di efficienza va avanti e non si arresta, il nostro è un settore che richiede continue e nuove efficienze. I problemi verranno posti ai tavoli giusti e con le persone giuste».
Dopo la svolta in Sudamerica ha ancora senso la partnership con Telefonica?
«Siamo molto soddisfatti del rapporto con Telefonica, in Europa facciamo sinergie e in America latina siamo acerrimi concorrenti. In Brasile Vivo e Tim sono di gran lunga gli operatori più forti. E con l’acquisto di Atimus, che ha la più vasta rete in fibra ottica nelle regioni di Rio de Janeiro e San Paolo, Tim tornerà a crescere nel fisso e nella banda ultralarga, che stiamo portando anche nelle favelas con soddisfazione del governo».
Le voci su un futuro disimpegno di Telefonica da Telecom come le valuta?
«Sono temi che riguardano gli azionisti, non il management».
A proposito di azionisti. Sia Nagel di Mediobanca che Miccichè di Intesa Sanpaolo la sollecitano a crescere attraverso acquisizioni. Cosa gli risponde?
«Credo che entrambi parlassero nella veste di banchieri d’affari, quindi aspettiamo suggerimenti da loro. Noi quest’anno abbiamo investito circa un miliardo di dollari acquistando Atimus e crescendo in Telecom Argentina. Se si presenteranno occasioni le valuteremo come abbiamo sempre fatto».
Con la caduta del governo cade anche il famoso tavolo Romani. Che conseguenze per Telecom?
«L’esperienza del tavolo Romani per diffondere la banda larga è stata molto positiva e ha consentito di mettere in luce i problemi e di individuare aree di possibili soluzioni. Poi è parso chiaro a tutti che non è la politica che deve dettare i tempi della tecnologia».
Voi continuerete a investire nella banda larga?
«Abbiamo ben quattro direzioni di sviluppo. Stiamo potenziando la rete mobile con la fibra che va ad allacciarsi alle antenne, portiamo la fibra nei distretti industriali ad alta domanda di connettività per le imprese, nella rete fissa stiamo arrivando con la fibra fino agli armadi posizionati città e poi saliamo in verticale nelle case attraverso accordi come quello che abbiamo fatto con Metroweb».
A proposito di Metroweb, gli operatori concorrenti pensano che tra qualche tempo finirà nella vostra pancia.
«Non vi sono progetti per prendere Metroweb. Abbiamo sviluppato un ottimo rapporto con F2i e con Vito Gamberale per sviluppare progetti che servano ai nostri clienti e alle infrastrutture del paese».
Le nuove frequenze Lte acquistate in asta vi sono costate più del previsto. Quando comincerete a utilizzarle?
«Abbiamo speso 1,26 miliardi, non poco, ma sono da considerare investimenti che speriamo di mettere presto a frutto. Sono l’ultimo pezzo di sviluppo della banda ultralarga per soddisfare la forte domanda di connessione in mobilità ».
Siete ancora interessati a trovare un partner industriale per Telecom Italia Media?
«Sì, la ricerca continua ma non siamo interessati alla cessione. Vorremmo un partner che ci consenta di crescere e nello stesso tempo garantire la totale autonomia al gruppo che ha permesso il miglioramento dei risultati sotto gli occhi di tutti».
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