“Israele, l’attacco all’Iran si avvicina”

by Sergio Segio | 5 Novembre 2011 7:54

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GERUSALEMME – Sale rapidissima la tensione sul nucleare iraniano e si avvicina la possibilità  che Israele possa arrivare a un “attacco preventivo” contro i siti atomici degli ayatollah. Da giorni il “caso Iran” – se, come e dove colpire – è in prima pagina sui giornali israeliani che ogni giorno pubblicano nuove rivelazioni sui preparativi di quest’attacco. Non è un segreto che il premier Benjamin Netanyahu vuole un attacco sui siti iraniani sospettati di preparare l’arma atomica il prima possibile, in questo è sostenuto dal suo ministro della Difesa Ehud Barak e dal suo ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. Ma Netanyahu nel consiglio dei ministri non ha raggiunto ancora quella maggioranza di voti necessaria per impartire un ordine d’attacco che equivale a una dichiarazione di guerra.
Ieri sera intervistato dalla rete privata israeliana “Channel 2” anche il presidente Shimon Peres ha detto che «l’opzione militare nei confronti dell’Iran, da parte di Israele e di altri Paesi, sembra avvicinarsi mentre le chance di una soluzione diplomatica si stanno affievolendo». Contrari ad un attacco in questo momento gli Stati Uniti, che però sono molto avanti della preparazione a un eventuale attacco: hanno mobilitato due flotte che incrociano tra il Mar Rosso e l’Oceano indiano, sono di ieri le rivelazioni sulla partecipazione della Gran Bretagna con navi e sommergibili all’attacco americano contro i siti nucleari sospetti.
«I servizi di sicurezza di tutti i Paesi comprendono che il tempo stringe e di conseguenza avvertono i rispettivi dirigenti», ha detto ancora Peres ieri sera durante l’intervista, «a quanto pare l’Iran si avvicina alle armi nucleari. Nel tempo che resta dobbiamo esigere dai Paesi al mondo di agire, e dire loro che devono rispettare gli impegni che hanno assunto, e far fronte alle loro responsabilità : sia che si tratti di sanzioni severe sia che si tratti di una operazione militare».
Anche se la Casa Bianca ha ricevuto assicurazioni attraverso il capo del Pentagono Leon Panetta, che ha visto recentemente il premier Netanyahu ricevendone l’assicurazione che Israele non attaccherà  l’Iran senza coordinarsi con altri Paesi, i preparativi in Israele sono molto avanti e diversi segnali indicano che il dispositivo militare, tutta la forza aerea possibile, è pronto a scattare. Negli ultimi giorni è stato testato un missile balistico di tipo “Gerico”, che può anche essere armato con ordigni nucleari, in grado di raggiungere l’Iran e tutti i media israeliani hanno riportato con grande evidenza la notizia. Poi la rivelazione che nell’ambito di un addestramento presso una delle basi Nato nel Mediterraneo, quella di Decimomannu in Sardegna, i top-gun israeliani hanno simulato attacchi – lo riferito il portavoce militare – sul “lungo raggio”.
Ma se il capo del governo israeliano Netanyahu è ben deciso a dare l’ordine di attacco, chi deve poi eseguire l’ordine avanza le sue perplessità . Sono contrari all’attacco contro i siti nucleari iraniani tutti i vertice dell’intelligence, del Mossad, del servizio segreto interno Shin Bet, del servizio segreto militare Aman. A cui aggiungono le perplessità  del capo di stato maggiore Benny Gantz e di quello dell’Aeronautica. Troppi gli obiettivi da colpire contemporaneamente e molti protetti da veri e propri bunker, nella presunzione di avere informazioni certe su tutti gli obiettivi da colpire. Il risultato stimato è quello non di distruggere il programma nucleare iraniano ma di rallentarlo di due-tre anni, aprendo invece un conflitto destinato a sconvolgere gli equilibri del Medio Oriente.

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