by Sergio Segio | 8 Novembre 2011 8:26
MILANO – «Un sistema tangentizio, tuttora operante» che «dal livello comunale» arriva fino alla «direzione centrale del Partito Democratico». Così, in uno degli atti depositati in questi giorni, il pm di Monza Walter Mapelli descrive quello che emerge dall’inchiesta. A gennaio 2011, il pm chiede l’autorizzazione a intercettare le utenze di 15 indagati. Tra loro, l’ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati e il suo braccio destro Giordano Vimercati, e imprenditori del calibro di Luigi Zunino e Bruno Binasco del gruppo Gavio. Si delinea «un quadro impressionante, per continuità ultradecennale e rilevanza delle somme promesse, di accordi, progetti e pagamenti illeciti».
[la rete parallela occulta]
La procura parla di «una rete parallela occulta tra politica e imprenditoria», svelata dai due accusatori di Penati, l’uomo del trasporto locale Piero Di Caterina e il costruttore Giuseppe Pasini. Un «sistema tangentizio» che parte dal «gruppo dirigente sestese» passato nel 2004 in blocco in Provincia, dove «con l’appoggio della stessa Banca Intesa presente nella vicenda dell’area Falck», si conclude l’operazione Serravalle con Gavio-Binasco. E arriva con Penati e il «collettore Renato Sarno», fino a «imprenditori nazionali come Itinera-Gavio e Risanamento» e «alla direzione centrale Pd».
[L’incontro con Gavio]
Nel giugno 2010, Di Caterina, interrogato dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, fa un salto indietro. «Io sono stato anche a Tortona, dove c’era Marcellino Gavio, perché dovevo recuperare questi soldi prima che morisse». Di Caterina aggiunge: «E ho incontrato Gavio da Penati». È un punto chiave: l’accusa sostiene che Penati usi Gavio per saldare un “prestito” di Di Caterina nei suoi confronti. Greco chiede: «Ma perché questi signori, che sono degli imprenditori, si devono preoccupare del benessere di Penati?». «Perché loro – risponde l’imprenditore – hanno fatto l’operazione Serravalle».
[I banchieri intercettati]
Nell’indagine sulla Serravalle, la procura chiede di intercettare anche le utenze di due manager di Intesa. Uno è il direttore generale Gaetano Miccichè, l’altro è Corrado Passera, numero uno della banca. Sui due, i pm non trovano «nessun elemento di rilievo».
[La spregiudicatezza delle coop]
A giugno 2011, dalle intercettazioni emerge, scrive il pm, «la spregiudicatezza delle coop e di Omer Degli Esposti (vicepresindente delle Ccc, ndr.) nell’acquisizione di lavori» a Sesto. Si parla di «affari condotti in modo sospetto come l’aggiudicazione dei lavori per la Brebemi». Un nuovo filone su uno tra i più ricchi appalti del nord Italia.
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