“Edison, con l’Opa a premio saltano gli accordi con Edf”

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MILANO – Non ancora chiusi i giochi in Edison, si riaprono a sorpresa quelli su A2a. Quella che doveva essere una tranquilla giornata di riunioni per ratificare gli accordi raggiunti con Edf per il passaggio ai francesi del controllo di Foro Buonaparte, si è trasformata in una sorta di “tutti contro tutti”.
Prima A2a in pressing spinto sulla Consob per evitare un’Opa troppo onerosa a carico di Edf: «Rischiamo di dover riscrivere gli accordi». Poi le critiche al governo sempre da parte dei vertici dell’utility lombarda: «Il protagonismo della politica non ha portato fatti concreti». Infine, l’intervento più clamoroso, quello di Bruno Tabacci, assessore del comune di Milano che, di fatto, ha “licenziato” i vertici della società  e bocciato il duale su cui si regge A2a: “Non funziona, dobbiamo trovare un’altra governance».
Ma andiamo con ordine. La giornata si è animata al termine del consiglio di sorveglianza di A2a, convocato per dare il via libera all’accordo con Edf. Il vicepresidente Rosario Bifulco (nominato dal comune di Milano) si è preso la responsabilità  di andare in pressing su Consob, che ora dovrà  chiarire se Edf può lanciare un’Opa sulla minorities di Edison basandosi sul prezzo medio degli ultimi dodici mesi di Borsa. Se così non fosse e passasse la linea di un’offerta pubblica con un premio «probabilmente ci sarebbe da rinegoziare» gli accordi con i francesi. In pratica, è come se Bifulco – ex manager di Lottomatica – avesse fatto intendere che Consob si prende tutta la responsabilità  di far saltare il nuovo patto con Edf.
Subito dopo è intervenuto il presidente del consiglio di sorveglianza, Graziano Tarantini, avvocato di area ciellina, nominato dal comune di Brescia e vicepresidente uscente di Bpm. Tarantini ha dato l’impressione di prendersela con il governo, con il ministro Giulio Tremonti in particolare che a marzo ha bloccato un primo riassetto. «Ci sono state tante promesse ma mai una condivisione reale: dalla politica ti aspetti che, di fronte a uno stop, fa come il fratello maggiore. Tira fuori l’asso che sorprende anche te, ma questo non è avvenuto». Salvo poi correggere il tiro qualche ora dopo con un comunicato, sostenendo di riferirsi non alla specifica vicenda del riassetto di Edison, ma più in generale al sistema Italia, non abituato a predisporre azioni comuni su importanti questioni nazionali».
Gli interventi dei due amministratori di A2a ha provocato l’intervento di uno dei soci. Tabacci, che dal sindaco Giuliano Pisapia ha ricevuto la delega sulla società  controllate, non le ha mandate a dire: «Forse è bene trovare un capo azienda capace di gestire una società  come questa e individuare una governance che funzioni perché questa non funziona, non ha portato risultati positivi». Per gli addetti ai lavori appare come un benservito al presidente del consiglio di gestione Giuliano Zuccoli, ma anche una censura a Tarantini. E, a sorpresa, ha rilanciato il progetto di una superutility del nord: «Fondersi con Iren o Hera è un modo per intercettare un’indicazione del governo che chiede agli enti locali di diluire la loro partecipazione nelle municipalizzate». Ipotesi guarda caso rilanciata pochi giorni fa anche da Piero Fassino, sindaco di Torino ma soprattutto socio di Iren.


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