“Cure gratuite ai malati africani” l’appello del Papa contro l’Aids

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COTONOU (BENIN) – Niente preservativo e niente voodoo. Benedetto XVI fa tesoro, sul primo punto, degli «errori mediatici passati» – come li ha definiti a Repubblica una fonte interna – evita di parlare dell’uso dei profilattici come aveva invece fatto nel 2009 in Camerun, ma si diffonde ampiamente sul problema dell’Aids e di come combatterlo. Non incontra però, come aveva scelto il suo predecessore Giovanni Paolo II nella visita in Benin del 1993, lodandoli, i capi della religione tradizionale, che nell’ex Dahomey è il culto principale.

Il Papa, l’Africa e la contraccezione: tema delicato, viste le cifre sull’Aids.E dal Benin, Joseph Ratzinger si è rivolto al continente intero, presentando una lunga Esortazione apostolica dal titolo “Africae munus”, cioè l’impegno dell’Africa, con le conclusioni del Sinodo sul continente svoltosi nel 2009. Molti osservatori, alla vigilia della tre giorni in Benin, hanno ricordato il precedente viaggio di Benedetto nella regione, quando le parole pronunciate sui «preservativi» sembrarono legarsi all’aumento del problema.

Ne nacquero incomprensioni e critiche. Ora, nell’articolata Esortazione pontificia – un documento sulle strutture portanti della missione ecclesiale, e su educazione, salute e giustizia – il Papa ha dedicato una pagina all’Aids. «Esige certamente una risposta medica e farmaceutica – si legge – e tuttavia questa è insufficiente perché il problema è più profondo. È anzitutto etico». Ci vuole un «cambio di comportamento». Dunque «astinenza sessuale, fedeltà  coniugale e rifiuto della promiscuità ». E la prevenzione «dell’Aids deve poggiarsi su una educazione sessuale» ancorata «al diritto naturale e illuminata dall’insegnamento della Chiesa». Essenziali sono così cure gratuite a tutti i malati. Il Papa ne ha anche approfittato per lanciare una dura accusa contro la «corruzione e l’avidità » dilaganti fra i «responsabili politici ed economici» in Africa ma anche nel «resto del mondo».

Sul viaggio domina il tema della speranza, con un Papa attorniato da molta folla. «Abbi fiducia, Africa, e alzati!», ha detto al governo e agli esponenti delle principali religioni nel palazzo presidenziale di Cotonou. Non c’è stato, tuttavia, un incontro con i leader della religione voodoo. Wojtyla aveva spiegato loro che «i fratelli cristiani apprezzano» le loro «tradizioni».

Un viaggio faticoso, ma voluto.

Ratzinger, ha detto il portavoce, padre Federico Lombardi, «non si risparmia, come dimostrano alcuni fuori programma con volontari in Nunziatura, tra i quali quelli della Comunità  di Sant’Egidio». «Grazie per quello che fate – li ha elogiati il Papa – c’è bisogno di sognare».

Nella prefazione di “Cattolici d’Africa”, libro appena uscito di Susanna Cannelli proprio sul Benin, il fondatore della Comunità  e ora neo-ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, afferma: «Bisogna conoscere l’Africa, perché non è lontana, anzi si avvicina con l’emigrazione.E perché è una terra di opportunità  anche per l’economia europea».


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